Anni ’80. Robert Mazur (Bryan Cranston) è un veterano dell’FBI specializzato in operazioni sotto copertura. La sua nuova missione richiede un certo grado di preparazione e sangue freddo: deve riuscire a incastrare il signore della droga Pablo Escobar. Ad aiutarlo un collega impulsivo (John Leguizamo) e un’agente alle prime armi (Diane Kruger); intanto, la vita privata di Mazur rischia di esplodere. Basato sulla vera storia di Robert Mazur, infiltratosi nei cartelli della droga e artefice dell’arresto di alcuni dei personaggi più famigerati collusi con la malavita, The Infiltrator è un biopic stanco e fuori tempo massimo, prodotto nel periodo di maggior successo mediatico per le vicende riguardanti la figura di Pablo Escobar, garantito da un’operazione di superiore levatura stilistica come la serie Netflix Narcos (cui seguiranno ancora la commedia Barry Seal – Una storia americana e Loving Pablo). Non un pessimo film, visto che riesce a coinvolgere piuttosto bene, ma nel complesso è un prodotto fin troppo scontato e costruito su modelli già ampiamente visti sul grande schermo. Brad Furman conferma una pochezza visiva già palese in Runner, Runner e nel precedente The Lincoln Lawyer. Notevole l’interpretazione di un solido Bryan Cranston, in grado di alzare il livello complessivo della pellicola.