Inside Out
Inside Out
2015
Disney+
Paese
Usa
Genere
Animazione
Durata
94 min.
Formato
Colore
Regista
Pete Docter
Nella mente di Riley, una ragazzina in procinto di trasferirsi con la famiglia dal Minnesota a San Francisco, accadono molte cose: mentre Gioia cerca di mantenere l'ordine, Rabbia e Disgusto prendono sempre più piede e Paura è terrorizzato all'idea di doversi inserire in un nuovo contesto. Ma è Tristezza a farla da padrona, prevaricando lentamente le altre emozioni, finché ai genitori non resta che chiedersi che fine abbia fatto la loro bambina allegra.
Fin dal folgorante esordio con Toy Story (1995), la Disney Pixar ci ha abituati a quell'inconfondibile e insuperabile mix agrodolce che diverte i bambini, riportando gli adulti alla struggente malinconia dell'infanzia perduta e riempiendo al contempo i loro occhi di immagini meravigliose e i loro cuori di emozioni indimenticabili. Ma, con Inside Out, la casa di produzione americana è riuscita a superare se stessa, costruendo un caleidoscopio vorticante di colori, dove filosofia e psicanalisi, azione e sentimento, si mescolano miracolosamente, raggiungendo vette introspettive (ed è il caso di dirlo, visto che gran parte della pellicola è ambientata all'interno della mente umana) impensabili. Nella storia di Riley, undicenne alle prese con le prime avvisaglie della pre-adolescenza, c'è tutta la gioia intrisa di dolore della vita, meravigliosamente incarnata dalle simpaticissime allegorie delle emozioni umane, su cui spiccano l'infiammabile Rabbia e l'apatica Tristezza. Un vero e proprio trattato scientifico su quel meraviglioso mistero che è la mente, con incursioni geniali e visionarie all'interno dell'inconscio e del pensiero astratto (con un coltissimo rimando a Flatlandia) realizzato con una finezza estetica che non ha nulla da invidiare al più grande cinema d'autore. La mano, delicatissima ma decisa, con cui mamma Pixar tocca le corde più recondite dei sentimenti, trova il suo gesto definitivo in sequenze già memorabili: tra queste, il commovente addio di Bing Bong, incredibile amico immaginario frutto della fantasia infantile di Riley, che simboleggia la perdita dell'innocenza infantile con un'incisività mai vista prima. Ma non sono solo le emozioni e la loro inevitabile evoluzione a essere protagoniste della pellicola: Inside Out è, infatti, uno straordinario omaggio alla forza dirompente del cinema (la sequenza della fabbrica dei sogni), unico mezzo artistico in grado di incarnare sullo schermo le evoluzioni della mente in tempo reale, proiettando visioni surreali, acrobazie inconsce e associazioni sinestetiche, in un tripudio vitale e animistico di sconvolgente bellezza. Tutto in questo film è reso alla perfezione: gli esilaranti intermezzi comici (con il parallelismo tra menti maschili e femminili orchestrato con schiacciante realismo), i passaggi avventurosi tra le isole della personalità, la nostalgia con cui vengono dipinti i ricordi, raffigurati come splendide perle dorate da custodire gelosamente, eppure per la maggior parte tragicamente destinati all'oblio. E il messaggio finale, che insegna come la Gioia non possa esistere senza la Tristezza, è di commovente, vibrante verità. Un'esperienza esistenziale, più che cinematografica, assolutamente imperdibile. Una tappa nella storia del cinema, giustamente premiata con l'Oscar per il miglior film d'animazione.
Fin dal folgorante esordio con Toy Story (1995), la Disney Pixar ci ha abituati a quell'inconfondibile e insuperabile mix agrodolce che diverte i bambini, riportando gli adulti alla struggente malinconia dell'infanzia perduta e riempiendo al contempo i loro occhi di immagini meravigliose e i loro cuori di emozioni indimenticabili. Ma, con Inside Out, la casa di produzione americana è riuscita a superare se stessa, costruendo un caleidoscopio vorticante di colori, dove filosofia e psicanalisi, azione e sentimento, si mescolano miracolosamente, raggiungendo vette introspettive (ed è il caso di dirlo, visto che gran parte della pellicola è ambientata all'interno della mente umana) impensabili. Nella storia di Riley, undicenne alle prese con le prime avvisaglie della pre-adolescenza, c'è tutta la gioia intrisa di dolore della vita, meravigliosamente incarnata dalle simpaticissime allegorie delle emozioni umane, su cui spiccano l'infiammabile Rabbia e l'apatica Tristezza. Un vero e proprio trattato scientifico su quel meraviglioso mistero che è la mente, con incursioni geniali e visionarie all'interno dell'inconscio e del pensiero astratto (con un coltissimo rimando a Flatlandia) realizzato con una finezza estetica che non ha nulla da invidiare al più grande cinema d'autore. La mano, delicatissima ma decisa, con cui mamma Pixar tocca le corde più recondite dei sentimenti, trova il suo gesto definitivo in sequenze già memorabili: tra queste, il commovente addio di Bing Bong, incredibile amico immaginario frutto della fantasia infantile di Riley, che simboleggia la perdita dell'innocenza infantile con un'incisività mai vista prima. Ma non sono solo le emozioni e la loro inevitabile evoluzione a essere protagoniste della pellicola: Inside Out è, infatti, uno straordinario omaggio alla forza dirompente del cinema (la sequenza della fabbrica dei sogni), unico mezzo artistico in grado di incarnare sullo schermo le evoluzioni della mente in tempo reale, proiettando visioni surreali, acrobazie inconsce e associazioni sinestetiche, in un tripudio vitale e animistico di sconvolgente bellezza. Tutto in questo film è reso alla perfezione: gli esilaranti intermezzi comici (con il parallelismo tra menti maschili e femminili orchestrato con schiacciante realismo), i passaggi avventurosi tra le isole della personalità, la nostalgia con cui vengono dipinti i ricordi, raffigurati come splendide perle dorate da custodire gelosamente, eppure per la maggior parte tragicamente destinati all'oblio. E il messaggio finale, che insegna come la Gioia non possa esistere senza la Tristezza, è di commovente, vibrante verità. Un'esperienza esistenziale, più che cinematografica, assolutamente imperdibile. Una tappa nella storia del cinema, giustamente premiata con l'Oscar per il miglior film d'animazione.
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