San Francisco. Il mafioso Charlie Adamo (Peter Falk) riesce a far uscire di prigione Hank McCain (John Cassavetes), condannato all'ergastolo. Lo scopo è realizzare una rapina ai danni di un redditizio casinò: Adamo desiste, McCain decide di procedere da solo. Lascerà dietro di sé una scia di sangue, esplosioni e vendette. Giuliano Montaldo sceglie di confrontarsi con il poliziottesco negli anni dei suoi albori, girando negli Stati Uniti con una produzione italiana. Il cast è quello delle grandi occasioni (e il risultati non deludono), le caratterizzazioni rudi al punto giusto, le sequenze d'azione serrate; ma lo sviluppo risulta incoerente e la sceneggiatura (firmata da Mino Roli con Israel Horovitz collaboratore ai dialoghi) è abbozzata e approssimativa. Onesti gli intenti e apprezzabile lo spunto iniziale, ma il film si rivela carente nei guizzi tematici, spegnendosi nell'aderenza cieca alle regole di genere: molto stile, poca sostanza. Britt Ekland è Irene Tucker, Gabriele Ferzetti è Don Francesco DeMarco, Gena Rowlands (moglie di Cassavetes) è Rosemary Scott. Dal romanzo Candyleg di Ovid Demaris; musiche di Ennio Morricone. Presentato in concorso al Festival di Cannes.