L'invasione degli ultracorpi
Invasion of the Body Snatchers
1956
Paese
Usa
Genere
Fantascienza
Durata
80 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Don Siegel
Attori
Kevin McCarthy
Dana Wynter
Larry Gates
King Donovan
Carolyn Jones
Jean Willes
A Santa Mira, in California, ogni giorno è uguale all'altro: la cittadina è un rassicurante quadro di totale banalità. Eppure, qualcosa, inizia a cambiare: uomini, donne e bambini non riconoscono più i familiari e scappano da loro. Un medico (Kevin McCarthy) scopre la verità: gli abitanti sono stati duplicati e sostituiti da una misteriosa razza aliena priva di emozioni.
Il capolavoro assoluto di Don Siegel prende spunto da un romanzo di Jack Finney, adattato dallo sceneggiatore Daniel Mainwaring. Girato a basso costo, è uno dei più intelligenti e profondi film di fantascienza dell'intera storia del cinema: le grandi idee messe in campo sopperiscono agli scarsi mezzi a disposizione, e i pochi effetti speciali sono dosati alla perfezione. Straordinariamente angosciante, è un grande saggio sulla paranoia e su quel perturbante freudiano che vedeva proprio l'ambiente domestico – e le differenze in tutto quello che è conosciuto e familiare – come il luogo in cui possono svilupparsi le paure più terribili. Non si tratta però soltanto di un (grande) film di genere dotato di grande inventiva e di straordinario ritmo: L'invasione degli ultracorpi è anche una lucidissima metafora sulla Guerra Fredda e sulla paura americana di un'invasione comunista. Il diverso, l'alieno, entra nelle nostre abitazioni, ha il volto delle persone che più amiamo e fidarsi di qualcuno è ormai impossibile: con una perfetta costruzione della tensione, il film segue la graduale discesa nell'angoscia del bravo protagonista Kevin McCarthy. La regia, essenziale e calibrata al millimetro, contribuisce a rendere al meglio un'inquietudine apparentemente senza via d'uscita. Paradossalmente, nonostante gli altissimi risultati ottenuti, fu l'unico lungometraggio di fantascienza che Siegel diresse in carriera. Tra i suoi collaboratori figura anche Sam Peckinpah, che appare anche in un piccolissimo ruolo. Ne sono stati fatti tre remake, uno diretto da Philip Kaufman nel 1978, uno da Abel Ferrara nel 1993 e un altro ancora da Olivier Hirschbiegel nel 2007.
Il capolavoro assoluto di Don Siegel prende spunto da un romanzo di Jack Finney, adattato dallo sceneggiatore Daniel Mainwaring. Girato a basso costo, è uno dei più intelligenti e profondi film di fantascienza dell'intera storia del cinema: le grandi idee messe in campo sopperiscono agli scarsi mezzi a disposizione, e i pochi effetti speciali sono dosati alla perfezione. Straordinariamente angosciante, è un grande saggio sulla paranoia e su quel perturbante freudiano che vedeva proprio l'ambiente domestico – e le differenze in tutto quello che è conosciuto e familiare – come il luogo in cui possono svilupparsi le paure più terribili. Non si tratta però soltanto di un (grande) film di genere dotato di grande inventiva e di straordinario ritmo: L'invasione degli ultracorpi è anche una lucidissima metafora sulla Guerra Fredda e sulla paura americana di un'invasione comunista. Il diverso, l'alieno, entra nelle nostre abitazioni, ha il volto delle persone che più amiamo e fidarsi di qualcuno è ormai impossibile: con una perfetta costruzione della tensione, il film segue la graduale discesa nell'angoscia del bravo protagonista Kevin McCarthy. La regia, essenziale e calibrata al millimetro, contribuisce a rendere al meglio un'inquietudine apparentemente senza via d'uscita. Paradossalmente, nonostante gli altissimi risultati ottenuti, fu l'unico lungometraggio di fantascienza che Siegel diresse in carriera. Tra i suoi collaboratori figura anche Sam Peckinpah, che appare anche in un piccolissimo ruolo. Ne sono stati fatti tre remake, uno diretto da Philip Kaufman nel 1978, uno da Abel Ferrara nel 1993 e un altro ancora da Olivier Hirschbiegel nel 2007.
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