Io sono l'amore
2009
Paese
Italia
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
120 min.
Formato
Colore
Regista
Luca Guadagnino
Attori
Tilda Swinton
Flavio Parenti
Edoardo Gabbriellini
Alba Rohrwacher
Pippo Delbono
Maria Paiato
Diane Fleri
Maurizio Zaccaro
Chiara Tomarelli
Gabriele Ferzetti
Marisa Berenson
Milano. La ricca e sofisticata Emma (Tilda Swinton), moglie dell'imprenditore Tancredi Recchi (Pippo Delbono), si innamora di un amico del figlio Edoardo (Flavio Parenti), il cuoco Antonio (Edoardo Gabbriellini). L'amore tra Emma e Antonio è viscerale, impetuoso e sfida le convenzioni sociali, ma è destinato a essere scoperto e a scatenare una serie di reazioni che porteranno a un esito tragico.
Ambizioso mélo che racconta una travolgente passione interclassista e descrive con occhio critico e disincantato una borghesia decadente e autoreferenziale, inadeguata dinnanzi agli imprevisti della vita e allo stallo dei sentimenti. Il rigido schematismo sociale entro cui i personaggi sono costretti a muoversi stimola inevitabilmente curiosità e attrazione per il diverso da sé, portando a sfogare pulsioni troppo a lungo represse (il desiderio che spinge Emma tra le braccia di un partner più giovane; l'omosessualità della figlia della donna, Elisabetta, interpretata da Alba Rohrwacher; la volontà di emancipazione imprenditoriale di Edoardo) con inevitabili conseguenze drammatiche. Ma le potenzialità dell'opera subiscono un progressivo svilimento, perdendosi in formalismi un po' gratuiti, in simbolismi banali (la seduzione attraverso l'accostamento visivo di cibi sulla carta è interessante, ma risulta è pretenziosa e dimenticabile) e in un eccesso di citazionismo spesso fine a se stesso (da Visconti a Rossellini, passando per Pasolini e Fassbinder). Il finale ampolloso, ridondante e con alcuni momenti di comicità involontaria che sfiorano il ridicolo, è esemplificativo di un progetto incostante e irrisolto, troppo derivativo e compiaciuto per risultare convincente e sincero. Rimane il coraggio di Guadagnino nel proporre un tipo di cinema fuori tempo massimo, benché il risultato sia comunque insoddisfacente. Fischiato e sbertucciato con smisurato livore alla Mostra di Venezia, dove è stato presentato in prima mondiale, il film ha ottenuto uno straordinario successo all'estero, conquistando il plauso della critica americana (e di alcuni registi come Martin Scorsese e Quentin Tarantino) oltre a una nomination ai Golden Globe come miglior film straniero e agli Oscar per i migliori costumi.
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