Io sto bene
2020
Paese
Italia
Genere
Drammatico
Durata
95 min.
Formato
Colore
Regista
Donato Rotunno
Attori
Renato Carpentieri
Alessio Lapice
Sara Serraiocco
Marie Jung
Reduce da un grave lutto, Antonio (Renato Carpentieri da anziano, Alessio Lapice da giovane), è abitato dalle immagini della sua terra di origine, l'Italia, nonostante sia partito dalla Puglia negli anni ’60 alla volta di Lussemburgo. Léo (Sara Serraiocco), alla ricerca di un futuro fuori dal suo paese, incrocia la sua strada.
Storia di emigrazione divisa tra passato e presente, Io sto bene cerca di conciliare uno sguardo sul tema che affondi le sue radici tanto negli emigrati di un tempo quanto in quelli odierni. L’andamento della sceneggiatura è però incerto e impalpabile, con costanti rimpalli tra ieri e oggi che si riversano in un film con scarsissimo baricentro, poco centrato sul piano drammaturgico e ancor meno nello sviluppo delle psicologie dei personaggi. Se il personaggio di Antonio appare particolarmente castrato, mal servito da flashback che, giocando su due piani temporali diversi, non aiutano la messa a punto della sua figura, né su un asse della storia né sull’altro, qualche spiraglio in più lascia intravedere la vee-jay interpretata da Sara Serraiocco, volenterosa e ruvida nell’incarnare una ragazza che ricorre ai suoi studi di grafica per creare delle proiezioni video ma che si ritroverà spesso, suo malgrado, a fare i conti con un bel po’ di ostilità altrui. La regia di Donato Rotunno, che si confronta con uno spunto autobiografico essendo anch’egli emigrato in Lussemburgo, è però scolastica e didascalica e il copione, tra dialoghi scontati e passaggi a vuoto, non garantisce alcuno scarto significativo, tanto che pure l’identificazione a mo’ di gioco di specchi tra Antonio e Léo finisce con lo smarrire quasi tutto il suo potenziale. In colonna sonora Che sarà dei Ricchi e Poveri, Io sto bene dei CCCP Fedeli Alla Linea, brano eponimo del film, e il più recente inno indie e generazionale Velleità de I Cani. Presentato fuori concorso nella sezione Alice nella città della Festa del Cinema di Roma 2020.
Storia di emigrazione divisa tra passato e presente, Io sto bene cerca di conciliare uno sguardo sul tema che affondi le sue radici tanto negli emigrati di un tempo quanto in quelli odierni. L’andamento della sceneggiatura è però incerto e impalpabile, con costanti rimpalli tra ieri e oggi che si riversano in un film con scarsissimo baricentro, poco centrato sul piano drammaturgico e ancor meno nello sviluppo delle psicologie dei personaggi. Se il personaggio di Antonio appare particolarmente castrato, mal servito da flashback che, giocando su due piani temporali diversi, non aiutano la messa a punto della sua figura, né su un asse della storia né sull’altro, qualche spiraglio in più lascia intravedere la vee-jay interpretata da Sara Serraiocco, volenterosa e ruvida nell’incarnare una ragazza che ricorre ai suoi studi di grafica per creare delle proiezioni video ma che si ritroverà spesso, suo malgrado, a fare i conti con un bel po’ di ostilità altrui. La regia di Donato Rotunno, che si confronta con uno spunto autobiografico essendo anch’egli emigrato in Lussemburgo, è però scolastica e didascalica e il copione, tra dialoghi scontati e passaggi a vuoto, non garantisce alcuno scarto significativo, tanto che pure l’identificazione a mo’ di gioco di specchi tra Antonio e Léo finisce con lo smarrire quasi tutto il suo potenziale. In colonna sonora Che sarà dei Ricchi e Poveri, Io sto bene dei CCCP Fedeli Alla Linea, brano eponimo del film, e il più recente inno indie e generazionale Velleità de I Cani. Presentato fuori concorso nella sezione Alice nella città della Festa del Cinema di Roma 2020.
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