Io ti salverò
Spellbound
1945
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Giallo
Durata
111 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Alfred Hitchcock
Attori
Gregory Peck
Ingrid Bergman
Michael Chekhov
La psichiatra Constance Peterson (Ingrid Bergman) lavora in una clinica il cui direttore sta per andare in pensione anticipata a causa di un esaurimento nervoso: il sostituto è il talentuoso Anthony Edwards (Gregory Peck). Si scoprirà che il nuovo dottore è in realtà John Ballantine, un uomo che soffre di amnesia e che crede di aver ucciso il vero dott. Edwards. Constance, ormai innamorata di lui, cercherà di aiutarlo a guarire grazie alla psicanalisi.
Ispirato a un romanzo di Francis Beeding, lo script di Io ti salverò porta la firma di Ben Hecht, alla sua prima collaborazione con Hitchcock. Si tratta di una pellicola dal fascino magnetico, perturbante (per citare Sigmund Freud), le cui suggestioni audiovisive sono (nettamente) superiori ai passaggi poco fluidi della narrazione. Se il film risulta complessivamente un prodotto medio, sublime è invece la sequenza del sogno disegnata da Salvador Dalì, con annesso occhio (ri)tagliato in omaggio a Un chien andalou (1929) di Luis Buñuel: l'occhio è esplicita metafora della macchina da presa, oggetto voyeuristico per eccellenza, come il regista dimostrerà successivamente in uno dei suoi capolavori degli anni Cinquanta, La finestra sul cortile (1954).
Ispirato a un romanzo di Francis Beeding, lo script di Io ti salverò porta la firma di Ben Hecht, alla sua prima collaborazione con Hitchcock. Si tratta di una pellicola dal fascino magnetico, perturbante (per citare Sigmund Freud), le cui suggestioni audiovisive sono (nettamente) superiori ai passaggi poco fluidi della narrazione. Se il film risulta complessivamente un prodotto medio, sublime è invece la sequenza del sogno disegnata da Salvador Dalì, con annesso occhio (ri)tagliato in omaggio a Un chien andalou (1929) di Luis Buñuel: l'occhio è esplicita metafora della macchina da presa, oggetto voyeuristico per eccellenza, come il regista dimostrerà successivamente in uno dei suoi capolavori degli anni Cinquanta, La finestra sul cortile (1954).
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