L'ispettore Harry Callaghan della polizia di San Francisco (Clint Eastwood), conosciuto come “Harry la carogna” per i suoi metodi brutali e poco ortodossi, è chiamato a indagare sul sadico assassino Scorpio (Andrew Robinson), che terrorizza la città con una serie di sanguinosi omicidi.
Da una sceneggiatura cui collaborò, non accreditato, John Milius, il regista Don Siegel ha tratto un poliziesco che ha segnato uno spartiacque fondamentale nella storia del genere. Clint Eastwood (scelto dopo i rifiuti di Frank Sinatra, John Wayne e Robert Mitchum) passa dalla colt dei film di Sergio Leone alla letale 44 magnum di “Dirty” Harry, (anti)eroe cinico, individualista e con un'ombra di malinconia, che ha aperto la strada ai tantissimi sbirri sporchi e cattivi dei decenni a venire. La morale discutibile di Callaghan, per molti reazionaria, rispecchia la disillusione dell'epoca, mentre il villain Scorpio, killer di insensata ferocia come mai s'era visto prima sullo schermo, è direttamente ispirato a Zodiac, il maniaco omicida che terrorizzò la California tra gli anni Sessanta e Settanta (la cui storia è raccontata nell'omonimo film di David Fincher del 2007). Siegel consegna alla storia sequenze e battute divenute di culto e rivoluziona la tecnica del genere introducendo virtuosistiche riprese con gli elicotteri. La violenza visiva diventa cifra stilistica fondamentale, con il contrappunto sonoro dell'efficace soundtrack jazz di Lalo Schifrin. Splendidi dialoghi e memorabili le sequenze finali. Il cognome del protagonista è in realtà Callahan, ma la versione italiana vi ha aggiunto la “g” per una supposta facilitazione della pronuncia.