Novembre 1963: il presidente degli Stati Uniti d'America viene ucciso da un cecchino. Dopo aver individuato il colpevole nel cittadino Lee Harvey Oswald (Gary Oldman) il caso sembra chiuso, ma il procuratore Jim Garrison (Kevin Costner) vuole andare più a fondo nelle indagini.
Un profondo e sentito patriottismo nel delineare la storia del suo Paese è uno degli elementi cruciali nella filmografia di Oliver Stone. Con questo lavoro, il regista statunitense ha tratteggiato la cronaca americana per eccellenza, riuscendo nel difficile compito di ritrarre, anche se in maniera indiretta, la figura di un presidente divenuto un riferimento assoluto per la politica e la cultura dell'epoca. Attraverso un'indagine minuziosa (ma mai pedante), JFK – Un caso ancora aperto riesce ad appassionare anche chi non si sente direttamente coinvolto in una tragedia che ancora oggi riserva più di un punto oscuro. Il passo lento di taglio documentaristico ben si sposa a un'operazione di solenne rigore storico e filologico, grazie a un approccio obiettivo e privo di quegli eccessi enfatici che solitamente costituiscono i limiti della poetica di Stone. Cast in splendida forma (oltre ai protagonisti Kevin Costner e Tommy Lee Jones, meritano un plauso anche Joe Pesci, Jack Lemmon e Gary Oldman). La forza del fillm risiede poi nella capacità di narrare senza mai prendere esplicitamente posizione, ma limitandosi in maniera chiara e lineare a esporre i fatti così come sono narrati nel libro di Jim Marrs, dal quale è tratto il film. Incassò più di 200 milioni in tutto il mondo. 8 nomination agli Oscar e 2 statuette (montaggio e fotografia). Stone, lungo la sua carriera, avrà modo di lavorare sulle figure di altri due presidenti americani in Gli intrighi del potere – Nixon (1995) e W. (2008), rispettivamente dedicati a Richard Nixon e George W. Bush.