Dopo la morte del sergente e amico Trautman, John Rambo (Sylvester Stallone) ha abbandonato le armi e si è definitivamente stabilito in Thailandia, dove lavora su un battello che naviga sul fiume Salween, al confine con la Birmania. Nella zona è in atto da tempo una sanguinosa guerra civile che devasta la popolazione locale. Quando un gruppo di missionari viene catturato dal regime birmano, Rambo dovrà tornare ancora una volta in missione.
Ventisei anni dopo il celebre capostipite, Sylvester Stallone realizza il quarto episodio della saga incentrata sul personaggio che gli diede maggiore popolarità negli anni '80 insieme al pugile Rocky Balboa (quest'ultimo nato nel 1976). Si potrebbe parlare di un ritorno dell'eroe, con tanto di caduta e rinascita, in un'operazione nostalgica che vorrebbe tornare alle origini: ma i tempi sono inevitabilmente cambiati e il granitico guerrigliero appare solo anacronistico e legato a un'epoca ormai tramontata. Un velo di tristezza accompagna la visione del corpo invecchiato ma ancora resistente di Stallone, capace di rimettersi in gioco più che altro per esorcizzare l'anzianità incombente. Un prodotto commerciale che sfrutta il genere in favore di un delirio splatter in cui si moltiplicano i morti ammazzati rispetto ai capitoli precedenti. Dedicato all'attore Richard Crenna (1926-2003), che compare in immagini di archivio.