Alcuni anni sono trascorsi dai tragici eventi che avevano avuto luogo nella casa della famiglia Saeki. Temporaneamente sopita, la maledizione riprende vigore quando il regista televisivo Keisuke (Shingo Katsurayama) decide di ambientare proprio nello sciagurato appartamento una puntata del suo programma.

Quarto capitolo della popolare saga horror cominciata nel 2000 con Ju-on – ma il vero inizio si può rintracciare già nei due brevi cortometraggi del 1998 Katasumi e 4444444444 – da parte di Takashi Shimizu, allievo del regista Kiyoshi Kurosawa (che qui compare in un breve cameo) alla Film School of Tokyo. Strutturato ancora una volta in capitoli disposti in ordine non cronologico, il film ripropone stancamente i meccanismi del precedente (di cui più che un sequel sembra un clone), pur inserendo qua e là elementi di novità, come la maternità della protagonista e lo spostamento dell'azione dalla casa maledetta agli ambienti circostanti. Ma gli inquietanti fantasmi originali hanno ormai perso consistenza, e Shimizu si preoccupa di utilizzarli, ogni qual volta ne abbia occasione, solo per le sue tecniche di spavento, con un risultato che si fa presto stucchevole.