Isla Nublar ospita un enorme parco a tema popolato da dinosauri veri, sorto sulle ceneri del vecchio Jurassic Park: molto più sicuro del precedente, attira migliaia di turisti che si stanno abituando alle attrazioni preistoriche. Col passare degli anni, però, la crisi si fa sentire e, per risvegliare l'attenzione del pubblico, viene creato in laboratorio il temibile Indominus rex, un ibrido dalle caratteristiche eccezionali, che finirà per sfuggire al controllo dei propri creatori.

Terzo seguito della pellicola diretta da Steven Spielberg nel 1993 e ispirata al romanzo di Michael Crichton, Jurassic World ha avuto una genesi complicatissima, venendo stravolto e riscritto nell'arco di tredici anni. Spielberg resta come produttore, mentre la regia è affidata al quasi esordiente Colin Trevorrow, che costruisce un omaggio assai nostalgico al capostipite della serie. Innumerevoli i rimandi visivi, le strizzatine d'occhio e le allusioni alle vicende del primo parco e ai suoi protagonisti (tra i tanti, da segnalare il ritorno dello scienziato interpretato da B. D. Wong). Il ritmo funziona a fasi alterne: buono l'inizio e spettacolare il finale, ma nella parte centrale ci sono diversi momenti di stanca e si fatica a tenere alta l'attenzione. Il risultato è un B-movie ad alto budget, con una trama esilissima e pieno d'ingenuità narrative, ma anche capace, a tratti, di divertire e intrattenere nel modo giusto. Nella conclusione, qualcuno potrebbe leggere una sottile ironia meta-cinematografica con il “nuovo” (metafora del digitale, artificialmente realizzato in laboratorio) non ancora pronto a spodestare il “vecchio” analogico. Cast così così.