L'affido – Una storia di violenza
Jusqu'à la garde
2017
Mubi
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
90 min.
Formato
Colore
Regista
Xavier Legrand
Attori
Léa Drucker
Denis Ménochet
Thomas Gioria
Mathilde Auneveux
Mathieu Saikaly
Florence Janas
Miriam (Léa Drucker) e Antoine Besson (Denis Ménochet) hanno divorziato, e Miriam cerca di ottenere l’affido esclusivo del figlio Julien (Thomas Gioria) per proteggerlo da un padre che ritiene violento. Antoine perora la propria causa di padre disprezzato e il giudice assegnato al caso decide per l’affido congiunto. Vittima del conflitto sempre più esacerbato tra i suoi genitori, Julien viene spinto al limite per evitare che accada il peggio.
È un esordio potente quello di Xavier Legrand, attore francese qui alla sua prima prova dietro la macchina da presa e in fase di sceneggiatura di un lungometraggio. La questione al centro della storia è di stretta attualità, il soggetto piuttosto semplice, ma la declinazione che Legrand decide di offrirgli è efficace e incisiva. Il neoregista alterna nella maniera migliore momenti statici (la lunga sequenza iniziale di fronte al giudice) ad altri più dinamici (la serrata e tesissima parte finale) dimostrando una maturità piuttosto rara per un esordiente. Non si ottengono riflessioni particolarmente originali al termine della visione, ma gli spunti di contenuto sono importantissimi e l’intera pellicola risulta credibile, triste e inquietante allo stesso tempo. Buono anche il lavoro dell’intero cast, a partire dal giovanissimo Thomas Gioria nei difficili panni di Julien, personaggio costretto a portare sulle proprie spalle il peso della separazione tra i due genitori e, in particolare, della violenza paterna. Premiato per la miglior regia e con il riconoscimento alla miglior opera prima della Mostra di Venezia 2017.
È un esordio potente quello di Xavier Legrand, attore francese qui alla sua prima prova dietro la macchina da presa e in fase di sceneggiatura di un lungometraggio. La questione al centro della storia è di stretta attualità, il soggetto piuttosto semplice, ma la declinazione che Legrand decide di offrirgli è efficace e incisiva. Il neoregista alterna nella maniera migliore momenti statici (la lunga sequenza iniziale di fronte al giudice) ad altri più dinamici (la serrata e tesissima parte finale) dimostrando una maturità piuttosto rara per un esordiente. Non si ottengono riflessioni particolarmente originali al termine della visione, ma gli spunti di contenuto sono importantissimi e l’intera pellicola risulta credibile, triste e inquietante allo stesso tempo. Buono anche il lavoro dell’intero cast, a partire dal giovanissimo Thomas Gioria nei difficili panni di Julien, personaggio costretto a portare sulle proprie spalle il peso della separazione tra i due genitori e, in particolare, della violenza paterna. Premiato per la miglior regia e con il riconoscimento alla miglior opera prima della Mostra di Venezia 2017.
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