L'intrigo della collana
The Affair of the Necklace
2001
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Storico
Durata
118 min.
Formato
Colore
Regista
Charles Shyer
Attori
Hilary Swank
Jonathan Pryce
Simon Baker
Adrien Brody
Brian Cox
Christopher Walken
Il Barone de Breteuil (Brian Cox), maestro di palazzo a Versailles, ci narra la storia di Jeanne de la Motte (Hilary Swank): una nobildonna caduta in disgrazia che ordisce una congiura ai danni della regina Maria Antonietta (Joely Richardson) per ottenere la riabilitazione del suo cognome e di conseguenza il trattamento spettante il suo rango. Ma le cose non vanno come previsto e la giovane viene catturata insieme ai suoi complici: il cardinale di Rohan (Jonathan Pryce), il marito (Adrien Brody), l’amante (Simon Baker) e il Conte Cagliostro (Christopher Walken).
Trasformare in un’eroina romantica la sedicente truffatrice di quello che è passato alla storia come l’Affare della collana è una prova decisamente troppo ambiziosa per un film, che ha senz’altro i mezzi per mettere proporre una sontuosa (quanto artificiale) messa in scena, ma che non ha la forza drammatica per remare contro gli eventi della storia. Le carte vengono rimescolate e le parti si ribaltano ma siamo ai limiti di un revisionismo storico, che comunque non riesce ad attecchire: la Maria Antonietta della Richardson, pur nel ruolo posticcio di sovrana malvagia e meritevole dei danni che la sua reputazione subisce, rimane sempre e comunque più affascinante, con la sua caparbietà regale mista all’indole adolescenziale, rispetto a Jeanne, che quasi indispettisce per il suo orgoglio e i suoi sotterfugi fraudolenti. Inoltre, Hilary Swank fatica a emergere come protagonista in mezzo a un pantheon di attori che non riescono comunque a sostenere le aspirazioni di una pellicola che in fin dei conti non accontenta né sul fronte tematico-contenutistico, né su quello della ricostruzione storica. Si salvano i costumi di Milena Canonero, candidati all’Oscar nel 2001.
Trasformare in un’eroina romantica la sedicente truffatrice di quello che è passato alla storia come l’Affare della collana è una prova decisamente troppo ambiziosa per un film, che ha senz’altro i mezzi per mettere proporre una sontuosa (quanto artificiale) messa in scena, ma che non ha la forza drammatica per remare contro gli eventi della storia. Le carte vengono rimescolate e le parti si ribaltano ma siamo ai limiti di un revisionismo storico, che comunque non riesce ad attecchire: la Maria Antonietta della Richardson, pur nel ruolo posticcio di sovrana malvagia e meritevole dei danni che la sua reputazione subisce, rimane sempre e comunque più affascinante, con la sua caparbietà regale mista all’indole adolescenziale, rispetto a Jeanne, che quasi indispettisce per il suo orgoglio e i suoi sotterfugi fraudolenti. Inoltre, Hilary Swank fatica a emergere come protagonista in mezzo a un pantheon di attori che non riescono comunque a sostenere le aspirazioni di una pellicola che in fin dei conti non accontenta né sul fronte tematico-contenutistico, né su quello della ricostruzione storica. Si salvano i costumi di Milena Canonero, candidati all’Oscar nel 2001.
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