Parigi, tutto in una notte
La fracture
2021
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
98 min.
Formato
Colore
Regista
Catherine Corsini
Attori
Valeria Bruni Tedeschi
Marina Foïs
Pio Marmaï
Jean-Louis Coulloc'h
Una coppia (Valeria Bruni Tedeschi e Marina Foïs) è in grave crisi sentimentale. Come se non bastasse lo stress della relazione, le due donne si trovano a passare una notte in ospedale, mentre a Parigi si sta svolgendo una manifestazione dei gilet gialli, pronti ad assediare anche l’edificio.
La frattura: si può partire dal titolo originale per analizzare questo film francese, che potrebbe sembrare all’inizio una commedia nevrotica per poi trasformarsi in un dramma sociopolitico dalla conclusione molto amara. La frattura non è semplicemente quella del gomito che costringe il personaggio di Valeria Bruni Tedeschi ad andare in ospedale, ma quella di un intero paese – la Francia – diviso politicamente, tra ingiustizie sociali e differenza di classe. La regista Catherine Corsini prende nettamente le parti del “popolo” in questo incontro/scontro con la borghesia rappresentata dalle protagoniste, ma finisce per costruire il suo film su tesi eccessivamente prefissate, come se tutto il messaggio insito nella pellicola mancasse di spontaneità e procedesse per un accumulo di situazioni troppo costruite a tavolino. Manca un pizzico di sincerità in questo prodotto che ha dalla sua riflessioni non banali e un cast in discreta forma, ma che finisce per risultare più incisivo per gli spunti proposti che per l’effettiva resa complessiva. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
La frattura: si può partire dal titolo originale per analizzare questo film francese, che potrebbe sembrare all’inizio una commedia nevrotica per poi trasformarsi in un dramma sociopolitico dalla conclusione molto amara. La frattura non è semplicemente quella del gomito che costringe il personaggio di Valeria Bruni Tedeschi ad andare in ospedale, ma quella di un intero paese – la Francia – diviso politicamente, tra ingiustizie sociali e differenza di classe. La regista Catherine Corsini prende nettamente le parti del “popolo” in questo incontro/scontro con la borghesia rappresentata dalle protagoniste, ma finisce per costruire il suo film su tesi eccessivamente prefissate, come se tutto il messaggio insito nella pellicola mancasse di spontaneità e procedesse per un accumulo di situazioni troppo costruite a tavolino. Manca un pizzico di sincerità in questo prodotto che ha dalla sua riflessioni non banali e un cast in discreta forma, ma che finisce per risultare più incisivo per gli spunti proposti che per l’effettiva resa complessiva. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
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