La promessa – Il prezzo del potere
Les promesses
2021
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
98 min.
Formato
Colore
Regista
Thomas Kruithof
Attori
Isabelle Huppert
Reda Kateb
Jean-Paul Bordes
Mustapha Abourachid
Clémence (Isabelle Huppert), coraggiosa e impavida sindaca di una città vicino a Parigi, sta completando l’ultimo mandato della sua carriera politica. Da sempre particolarmente attiva, insieme al suo staff, per combattere la povertà e la disoccupazione, Clémence si troverà di fronte a una scelta complicata quando le viene offerta la prospettiva di diventare ministro: in quel momento la sua ambizione rischierà di prendere il sopravvento sull’impegno nei confronti dei cittadini che aveva sempre dimostrato in precedenza.
«Le promesse sono la moneta della politica. Che si concretizzino in un posto di lavoro, un sussidio, un’alleanza, le promesse sono ciò che i protagonisti si scambiano in tutto il film»: così il regista Thomas Kruithof ha voluto spiegare il titolo del suo secondo lungometraggio. Con il suo esordio, La meccanica delle ombre del 2016, aveva già messo in primo piano la politica, ma con questa opera seconda ha fatto un passo in avanti, soprattutto nell’attenzione per la messinscena. È un prodotto di forte attualità La promessa, che conferma la grande attenzione del cinema francese contemporaneo nei confronti degli scenari urbani e dei problemi sempre più pressanti delle periferie. L’andamento narrativo della pellicola è però troppo scolastico e alcuni passaggi sono eccessivamente didascalici, seppur i buoni tempi di montaggio offrano un ritmo incisivo che rende la pellicola quantomeno interessante e, a tratti, coinvolgente: fin dai primi minuti il pubblico “partecipa” alla visione provando a capire come si comporterebbe nei panni di Clémence e se l’integrità politica della donna e le sue promesse elettorali riusciranno a sopravvivere alla proposta che le viene offerta improvvisamente. La parte conclusiva non è all’altezza della prima parte e il risultato complessivo è un film nella media, che sa abbastanza di già visto. Intensa come sempre Isabelle Huppert in questo lungometraggio scelto come apertura della sezione Orizzonti della Mostra di Venezia 2021.
«Le promesse sono la moneta della politica. Che si concretizzino in un posto di lavoro, un sussidio, un’alleanza, le promesse sono ciò che i protagonisti si scambiano in tutto il film»: così il regista Thomas Kruithof ha voluto spiegare il titolo del suo secondo lungometraggio. Con il suo esordio, La meccanica delle ombre del 2016, aveva già messo in primo piano la politica, ma con questa opera seconda ha fatto un passo in avanti, soprattutto nell’attenzione per la messinscena. È un prodotto di forte attualità La promessa, che conferma la grande attenzione del cinema francese contemporaneo nei confronti degli scenari urbani e dei problemi sempre più pressanti delle periferie. L’andamento narrativo della pellicola è però troppo scolastico e alcuni passaggi sono eccessivamente didascalici, seppur i buoni tempi di montaggio offrano un ritmo incisivo che rende la pellicola quantomeno interessante e, a tratti, coinvolgente: fin dai primi minuti il pubblico “partecipa” alla visione provando a capire come si comporterebbe nei panni di Clémence e se l’integrità politica della donna e le sue promesse elettorali riusciranno a sopravvivere alla proposta che le viene offerta improvvisamente. La parte conclusiva non è all’altezza della prima parte e il risultato complessivo è un film nella media, che sa abbastanza di già visto. Intensa come sempre Isabelle Huppert in questo lungometraggio scelto come apertura della sezione Orizzonti della Mostra di Venezia 2021.
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