La terra dei figli
2021
Paesi
Italia, Francia
Generi
Drammatico, Fantascienza
Durata
120 min.
Formato
Colore
Regista
Claudio Cupellini
Attori
Leon De La Vallée
Paolo Pierobon
Maria Roveran
Fabrizio Ferracane
Maurizio Donadoni
Franco Ravera
Valerio Mastandrea
Valeria Golino
Alessandro Tedeschi
In un mondo post-apocalittico, un padre (Paolo Pierobon) e un figlio (Leon de la Vallée) cercano di sopravvivere a un’esistenza complicatissima. Dopo una catastrofe non meglio specificata, i pochi superstiti devono arrangiarsi come possono in una società dominata dalla solitudine e dalla violenza.
È una storia di formazione quella messa in scena da Claudio Cupellini, che racconta come un adolescente si ritrovi costretto a lottare per sopravvivere in un mondo ostile. Prendendo spunto da una bella graphic novel di Gipi, il regista italiano ha reso ancor più essenziale la vicenda, rimandando ad alcune dinamiche tipiche di altre pellicole precedenti, a partire da The Road tratto da Cormac McCarthy. Minimale tanto nella trama quanto nella messinscena, il film mostra un discreto coraggio, ma finisce per accontentarsi un po’ troppo del suo (comunque molto convincente) soggetto. L’interesse per continuare a seguire la narrazione non manca, ma una certa ridondanza nella parte centrale affatica non poco la visione, anche per ulteriori rimandi che fanno pensare alla quasi coeva serie Anna di Niccolò Ammaniti. Paradossalmente, nonostante lo slancio di una vicenda dai forti risvolti politici e contemporanei, Cupellini poteva rischiare qualcosa in più, soprattutto con l’approssimarsi della conclusione. Resta una conferma del talento del regista di Una vita tranquilla, ma anche della difficoltà a sfruttare tutte le sue capacità dirigendo lungometraggi che possano funzionare dall’inizio alla fine. Buon lavoro di un cast all’altezza della situazione.
È una storia di formazione quella messa in scena da Claudio Cupellini, che racconta come un adolescente si ritrovi costretto a lottare per sopravvivere in un mondo ostile. Prendendo spunto da una bella graphic novel di Gipi, il regista italiano ha reso ancor più essenziale la vicenda, rimandando ad alcune dinamiche tipiche di altre pellicole precedenti, a partire da The Road tratto da Cormac McCarthy. Minimale tanto nella trama quanto nella messinscena, il film mostra un discreto coraggio, ma finisce per accontentarsi un po’ troppo del suo (comunque molto convincente) soggetto. L’interesse per continuare a seguire la narrazione non manca, ma una certa ridondanza nella parte centrale affatica non poco la visione, anche per ulteriori rimandi che fanno pensare alla quasi coeva serie Anna di Niccolò Ammaniti. Paradossalmente, nonostante lo slancio di una vicenda dai forti risvolti politici e contemporanei, Cupellini poteva rischiare qualcosa in più, soprattutto con l’approssimarsi della conclusione. Resta una conferma del talento del regista di Una vita tranquilla, ma anche della difficoltà a sfruttare tutte le sue capacità dirigendo lungometraggi che possano funzionare dall’inizio alla fine. Buon lavoro di un cast all’altezza della situazione.
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