La timidezza delle chiome
2022
Paese
Italia
Genere
Documentario
Durata
96 min.
Formato
Colore
Regista
Valentina Bertani
Benjamin e Joshua Israel sono due gemelli ebrei omozigoti che abitano in  provincia di Milano. Terminata la scuola, vorrebbero pianificare il loro futuro, fare l’amore per la prima volta e intraprendere un percorso personale in autonomia. La loro disabilità intellettiva potrebbe all’apparenza rappresentare un ostacolo, ma ben presto il reciproco desiderio di realizzare i propri sogni, il loro intrinseco legame e il supporto di due genitori tenaci sempre presenti, li aiuterà a superare sia i pregiudizi degli altri che le loro vicissitudini interiori.

L’opera prima di Valentina Bertani, nota regista di videoclip per alcuni dei più importanti cantanti nazionali (da Arisa a Dolcenera, fino a Gaetano Curreri e Luciano Ligabue) ha il merito di far emergere la realtà quotidiana, in questo caso quella  di due gemelli speciali, con uno sguardo disincantato, viscerale e graffiante che scalfisce il cuore degli spettatori. Al centro della vivida drammaturgia che alterna con sapienza sequenze reali ad altre riadattate, (sceneggiata dalla stessa regista in collaborazione con Emanuele Milasi, Alessia Rotondo e Irene Pollini Giolai), due ragazzi appena ventenni che si confrontano con coraggio con le restrizioni imposte dalle altre persone. La regista mantovana si dimostra abile a curare la messinscena in ogni minimo dettaglio:  dalla incisiva colonna sonora a cura di Lorenzo Confetta che vanta composizioni originali di indubbia potenza emotiva, passando per la funzionale cromaticità delle grafiche, fino ad arrivare all’accurata introspezione psicologica che viene conferita ai due protagonisti che vengono ripresi costantemente in movimento: a piedi, in auto, in bici. Espressione simbolica di una libertà, la loro, che si libra in un affollato cielo stellato, irto di difficoltà, ma anche di buoni propositi.  Presentato in anteprima nella sezione Notti Veneziane delle Giornate degli Autori al Festival di Venezia, l’ottimo esordio è da considerarsi un viaggio emozionale nei meandri della crescita che folgorerà lo spettatore sulla lunga distanza.

 
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