Un gangster italo-americano (Armando Calvo), torna a Napoli, sua città natale, determinato a fare il colpo grosso con l'aiuto di alcuni ladruncoli (Giacomo Furia, Giovanna Ralli). A mettergli i bastoni tra le ruote, il commissario Di Sapio (Totò). L'esordio alla regia di Lucio Fulci, prolifico regista che diverrà poi maestro dell'horror italiano, non può certo essere indicato come un exploit indimenticabile. La storia è abbastanza scontata e si muove stancamente nonostante la bravura degli interpreti. Alla base del film, l'idea di far scontrare il meticoloso tecnicismo delle investigazioni (reali e cinematografiche) americane con quelle più raffazzonate e all'impronta del “Belpaese”. Il meccanismo comico è garantito ovviamente dal gusto partenopeo di Totò, ma nonostante la presenza di una coppia cinematografica improbabile quanto riuscita come quella formata dalla Ralli e da Furia (veri protagonisti della vicenda), il film non decolla davvero mai. Buscaglione appare nei panni di se stesso.