Il criminale Meleagre (Peter O'Toole), nipote di un eccentrico milionario in coma (Christopher Lee), attende la morte dello zio insieme al ladruncolo Dima (Omar Sharif), diventato suo amico solo per brama di denaro. Un anno dopo Santa sangre (1989), Alejandro Jodorowsky, ormai noto anche per i suoi lavori letterari e fumettistici, deve cimentarsi ancora una volta con un progetto cinematografico su commissione, come ai tempi di Tusk (1980). Nonostante il risultato non sia disastroso, il regista cileno ha rinnegato la pellicola: un dramma fantastico, farsesco, eccentrico e profondamente inutile nelle sue parabole cristologiche. L'ambiente carnevalesco, gli attori e varie scene in cui si riconosce l'immaginario surreale di Jodorowsky (gli animali, i Tarocchi, il finale) scongiurano quello che poteva essere un totale fallimento. Consigliato, in ogni caso, solo ai completisti dell'opera del regista, il quale tornerà dietro la macchina da presa ventitré anni dopo con La danza della realtà (2013).