Il ventisettenne del Wisconsin Lars (Ryan Gosling) confida al fratello Gus (Paul Schneider) di aver finalmente conosciuto la sua anima gemella su internet. Quella che in realtà sembra una notizia straordinaria, dato che Lars ha enormi difficoltà nell'allacciare rapporti umani, si trasforma in uno strano caso di deriva mentale. La “donna” è una real doll, un puro giocattolo sessuale inanimato.

Lieve ma inquietante allo stesso tempo, il secondo lungometraggio di Craig Gillespie è un film capace di descrivere, seppur con leggerezza, una patologia angosciante e attualissima, metafora (neanche troppo simbolica) delle difficoltà relazionali del mondo contemporaneo e della solitudine che, spesso, lo attraversa. A lungo andare il gioco mostra un po' la corda, ma lo spunto di partenza è efficacissimo e capace di generare una serie di riflessioni non banali (nonostante qualche inserto grottesco di troppo). Niente male anche la messinscena delicata di Gillespie ed eccellente la prova di Ryan Gosling in uno dei ruoli più difficili della sua carriera. Scritto da Nancy Oliver, esordiente per il grande schermo ma già co-sceneggiatrice della celebre serie tv Six Feet Under.