Lavagne
Takhté siah
2000
Paesi
Iran, Italia, Giappone
Genere
Drammatico
Durata
88 min.
Formato
Colore
Regista
Samira Makhmalbaf
Attori
Said Mohamadi
Behnaz Jafari
Bahman Ghobadi
Mohamad Karim Rahmati
Nel Kurdistan martoriato dalla guerra tra Iran e Iraq, un gruppo di insegnanti vaga tra le montagne, alla ricerca di allievi. Uno di questi (Said Mohamadi) si aggrega a un gruppo di anziani profughi che vuole superare il confine e si innamora della figlia di uno di loro (Behnaz Jafari); un altro (Bahman Ghobadi) segue dei ragazzini che trasportano merce di contrabbando.
Opera seconda di Samira Makhmalbaf dopo La mela (1998), da lei sceneggiata insieme al padre regista Mohsen e a Zaheer Qureshi, è il nuovo capitolo di un viaggio nella difficile realtà del proprio Paese (in questo caso, tra uno dei popoli più emarginati al mondo). Lo scenario è un recente passato bellico di cui la regista mette in scena tutta l'assurdità, dipingendo un'odissea picaresca – con momenti perfino surreali e divertenti – in un paesaggio lunare che sembra l'ultimo avamposto di un'umanità allo sbando. La giovane figlia d'arte ha ancora molto da imparare, soprattutto nella gestione del ritmo, ma il suo simbolismo visivo è affascinante: l'immagine dei maestri che arrancano con le lavagne sulle spalle, in una disperata ricerca di salvezza dall'estrema povertà e dall'ignoranza, non si dimentica facilmente. Premio della giuria, un po' generoso, al 53° Festival di Cannes. L'attore Bahman Ghobadi è anche regista, autore tra l'altro di Il tempo dei cavalli ubriachi (2000).
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