Arabia Saudita, 1916. Il tenente dell'esercito britannico Thomas Edward Lawrence (Peter O'Toole) è incaricato di fomentare la rivolta dei beduini contro l'impero ottomano. Dopo l'eccezionale conquista di Aqaba, la missione si trasforma per lui nel sogno di costruire una nazione araba indipendente. Un sogno destinato a fare i conti con la dura realtà politica.
A cinque anni dal successo de Il ponte sul fiume Kwai (1957), David Lean realizza un altro grande kolossal d'autore: indubbiamente uno dei suoi film più importanti, di certo la sua opera più ambiziosa e complessa in assoluto. Lo sguardo che il regista britannico getta su un controverso scorcio della Storia è filtrato nel ritratto biografico di Lawrence, personaggio ambiguo, affascinante e sfuggente, la cui figura resta ancora in gran parte imperscrutabile. Prendendo spunto dalle memorie dello stesso Lawrence, I sette pilastri della saggezza, Lean lo rende un (anti)eroe tragico, grandioso stratega ma soprattutto intellettuale imbevuto di pietas e curiosità verso “l'altro”. Uno scavo così in profondità è reso possibile dalla bravura del poco conosciuto Peter O'Toole, peraltro circondato da ottimi comprimari. Funziona tutto, dalla forza epica delle scene di battaglia alla lucida analisi storico-politica, sino alla resa della sterminata bellezza del deserto: tre ore e mezza di spettacolo puro, accarezzato dall'inconfondibile tema musicale di Maurice Jarre. Sette Oscar: film, regia, fotografia (Freddie Young), scenografia (John Box, John Stoll, Dario Simoni), sonoro (John Cox), montaggio (Anne V. Coates), colonna sonora. Nel 1989, il restauro ad opera di Bob Harris e dello stesso Lean ha ripristinato parecchie scene tagliate in occasione dell'uscita in sala.