Audrey Woods (Julianne Moore) e Daniel Rafferty (Pierce Brosnan) sono i due migliori avvocati divorzisti di New York. Perennemente rivali in tribunale, sviluppano una reciproca attrazione che avrà conseguenze impreviste nel corso di una causa milionaria con trasferta “galeotta” in Irlanda.
Il britannico Peter Howitt torna alle atmosfere rom-com del suo apprezzato esordio Sliding Doors (1998), passando dal contesto londinese alla Grande Mela e dall’umorismo british a un modello ambizioso che tenta di emulare con la stessa imperizia della volpe incapace di arrivare all’uva: la screwball comedy della Hollywood classica, quella dei dialoghi frizzanti e delle battaglie fra i sessi. Nonostante le gradevoli interpretazioni di Julianne Moore e Pierce Brosnan, entrambi a loro agio nei – pur stereotipati – personaggi, il film non decolla mai e resta una sciapa rivisitazione della commedia del ri-matrimonio, con supponente analisi di una società basata su divorzi e aridità sentimentale. L’evoluzione della love story segue schemi telefonati (l’odio-amore, l’attrazione fra gli opposti), il procedural si trasforma in operetta e il tutto scivola verso l’inevitabile carico di zucchero e retorica. Il segmento ambientato in un’Irlanda da cartolina (l’Eire è tra i co-produttori) è poi una parentesi talmente posticcia che pare messa lì solo per consentire a Brosnan (nativo della contea di Louth) di fare un salto a casa.