Abramo Lincoln (Benjamin Walker), testimone in tenera età dell'omicidio della madre per mano di un vampiro, consacra la sua vita alla vendetta e alla lotta contro le forze oscure. Diventerà un cacciatore implacabile e uno dei presidenti più celebri nella storia degli Stati Uniti d'America.
Timur Bekmambetov adatta il romanzo Abraham Lincoln, Vampire Hunter di Seth Grahame-Smith (che firma anche la sceneggiatura), stravolgendo il contesto storico della guerra di secessione americana e mettendo in scena una scoperta metafora della diseguaglianza classista (i vampiri come schiavisti, quindi mostri). Tentativo ardito ma non riuscito: il film si riduce a un canovaccio di sequenze demenziali (la lotta tra Lincoln e l'assassino della madre tra i cavalli imbizzarriti) ed effetti speciali in odore di ridicolo. Decisamente trascurabile, anche se bisogna ammettere che vedere il presidente più rappresentativo di sempre mentre combatte i suoi incubi peggiori a colpi d'ascia può strappare qualche risata. Dominic Cooper è Henry, Rufus Sewell è Adam. Inspiegabilmente prodotto da Tim Burton.