A poche ore da un duello, durante una notte viennese oscura e piovosa, Stefan Brand (Louis Jourdan) riceve una lettera. È stata scritta da Lisa (Joan Fontaine), una donna che lo ha amato per tutta la vita ma di cui lui non conserva alcun ricordo. 

Tra le vette più alte nella produzione di uno dei più grandi cineasti della storia del cinema c'è questo splendido ritratto di donna, incastonato nella cornice della Vienna di inizio ‘900. Accusato ingiustamente di fare un cinema di pura forma, compiaciuto del suo estetismo, Ophüls ha regalato alla Settima arte titoli di rara eleganza, in cui alla opulenta rappresentazione di raffinati milieu si unisce lo sguardo affranto sul vuoto interiore dei personaggi che li popolano. In Lettera da una sconosciuta, tratto da un racconto di Stefan Zweig, il nucleo melodrammatico nasce dalla giustapposizione tra due caratteri antitetici e inconciliabili. Lisa, innamorata devota fino alla fine dei suoi giorni, vissuta costantemente dentro la proiezione del suo irraggiungibile desiderio d'amore. Stefan, musicista viveur senza morale, bohemienne che passa da una donna ad un'altra con la stessa disinvoltura con cui cambia le partiture delle sue esecuzioni. Mirabile la composizione del film, costruita sulla progressione di un lungo flashback che, con l'avanzare della lettura della missiva, si ricongiunge nel finale con il presente del tempo filmico. Di ineffabile grazia e delicatezza la messa in scena, con una indimenticabile Vienna innevata tutta ricostruita in studio. Magistrale bianconero di Franz Planer.