La scelta di Anne – L’événement
L'événement
2021
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Audrey Diwan
Attori
Anamaria Vartolomei
Kacey Mottet Klein
Luàna Bajrami
Louise Orry-Diquero
Louise Chevillotte
Sandrine Bonnaire
Francia, 1963. Anne (Anamaria Vartolomei) è una brillante studentessa con un promettente futuro davanti a sé. Tuttavia, quando resta incinta, vede svanire la possibilità di portare a termine i propri studi e sfuggire ai vincoli insiti nella sua estrazione sociale. Con l’avvicinarsi degli esami finali e la gravidanza sempre più evidente, Anne si decide ad agire, anche se deve affrontare la vergogna e il dolore, anche se deve rischiare la prigione per seguire la sua strada…
Adattamento del romanzo omonimo di Annie Ernaux, edito in Italia dalla casa editrice L’orma col titolo L’evento, l’opera seconda di Audrey Diwan, sceneggiatrice e regista francese di origini libanesi, è un singolare e pudico coming of age che non si lascia assolutamente cannibalizzare dalla tematica ingombrante che porta in scena e non si limita nemmeno a intavolare un discorso legato esclusivamente alo strazio del corpo e alla sofferenza fisica. Pur rimanendo molto addosso alla sua attrice principale, La scelta di Anne – L’événement è infatti un film dotato di un pudore in scrittura e di un naturalismo nei dialoghi e nella messa in scena in grado di andare oltre le pastoie claustrofobiche di inquadrature strette e camere a mano. Così facendo la cineasta, pur partendo sempre e comunque dalla dimensione corporea e dalla natura fisica dell’esperienza, riesce a sublimare l’arco dolente di Anne, facendo delle sue tribolazioni una parabola esemplare sul trauma di ospitare una creatura non richiesta senza soccombere, imparando a coltivare l’accettazione e la speranza di una (nuova) vita – in tutti i sensi – pur tra mille e impervie difficoltà e tentativi di annullamento, colpevolizzazioni e rifiuto di sé. Il risultato è un piccolo film tenero e dalla grazia ragguardevole, di grande tenuta stilistica, che rinverdisce la lezione dei fratelli Dardenne pur dimostrandosi un po’ troppo acerbo di tanto in tanto in fase di scrittura, specie a causa di una sceneggiatura in parte sbrigativa e tagliata con l’accetta nel gestire alcune sequenze (quelle con i medici e quelle d’ambiente sociale e liceale, in primis). Ammirevole, in compenso, la natura sottilmente metafisica dell’operazione, nel senso letterale di attraversamento del corpo per mirare a esperienze e consapevolezze più alte, e l’assenza di infingimenti con cui tutto ciò è trasposto dalla pagina scritta, trascendendo agilmente la cornice d’epoca e parlando anche ai nodi più irrisolti e problematici della femminilità contemporanea e alle tante, sottili riprovazioni sociali più o meno velate che non hanno perso affatto la loro attualità. Anche la gestione delle scene di nudo e di quelle relative alla sfera intima e perfino genitale è contrassegnata da un’ammirevole assenza di bieco voyeurismo e da una schiettezza che non rinuncia alla delicatezza. Diviso in capitoli scanditi dalle diverse settimane della gravidanza di Anne e magnificamente interpretato dalla giovane protagonista Anamaria Vartolomei, che regala al film primi piani di tenue e dolcissima intensità, nei momenti più feroci e feriti come in quelli emotivamente più delicati e sfumati. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2021, dove ha vinto (addirittura) il Leone d'oro.
Adattamento del romanzo omonimo di Annie Ernaux, edito in Italia dalla casa editrice L’orma col titolo L’evento, l’opera seconda di Audrey Diwan, sceneggiatrice e regista francese di origini libanesi, è un singolare e pudico coming of age che non si lascia assolutamente cannibalizzare dalla tematica ingombrante che porta in scena e non si limita nemmeno a intavolare un discorso legato esclusivamente alo strazio del corpo e alla sofferenza fisica. Pur rimanendo molto addosso alla sua attrice principale, La scelta di Anne – L’événement è infatti un film dotato di un pudore in scrittura e di un naturalismo nei dialoghi e nella messa in scena in grado di andare oltre le pastoie claustrofobiche di inquadrature strette e camere a mano. Così facendo la cineasta, pur partendo sempre e comunque dalla dimensione corporea e dalla natura fisica dell’esperienza, riesce a sublimare l’arco dolente di Anne, facendo delle sue tribolazioni una parabola esemplare sul trauma di ospitare una creatura non richiesta senza soccombere, imparando a coltivare l’accettazione e la speranza di una (nuova) vita – in tutti i sensi – pur tra mille e impervie difficoltà e tentativi di annullamento, colpevolizzazioni e rifiuto di sé. Il risultato è un piccolo film tenero e dalla grazia ragguardevole, di grande tenuta stilistica, che rinverdisce la lezione dei fratelli Dardenne pur dimostrandosi un po’ troppo acerbo di tanto in tanto in fase di scrittura, specie a causa di una sceneggiatura in parte sbrigativa e tagliata con l’accetta nel gestire alcune sequenze (quelle con i medici e quelle d’ambiente sociale e liceale, in primis). Ammirevole, in compenso, la natura sottilmente metafisica dell’operazione, nel senso letterale di attraversamento del corpo per mirare a esperienze e consapevolezze più alte, e l’assenza di infingimenti con cui tutto ciò è trasposto dalla pagina scritta, trascendendo agilmente la cornice d’epoca e parlando anche ai nodi più irrisolti e problematici della femminilità contemporanea e alle tante, sottili riprovazioni sociali più o meno velate che non hanno perso affatto la loro attualità. Anche la gestione delle scene di nudo e di quelle relative alla sfera intima e perfino genitale è contrassegnata da un’ammirevole assenza di bieco voyeurismo e da una schiettezza che non rinuncia alla delicatezza. Diviso in capitoli scanditi dalle diverse settimane della gravidanza di Anne e magnificamente interpretato dalla giovane protagonista Anamaria Vartolomei, che regala al film primi piani di tenue e dolcissima intensità, nei momenti più feroci e feriti come in quelli emotivamente più delicati e sfumati. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2021, dove ha vinto (addirittura) il Leone d'oro.
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