A metà Ottocento, la giovane britannica Ada (Holly Hunter), muta dall'età di sei anni, parte alla volta della Nuova Zelanda insieme alla figlioletta Flora (Anna Paquin) e al suo inseparabile pianoforte per incontrare Alistair Stewart (Sam Neill), il ricco proprietario terreno che dovrà sposare. L'incontro con George Baines (Harvey Keitel), inglese entrato a far parte della comunità Māori, affascinato dalla musica e dalla fragilità di Ada, farà scoppiare un'incontrollata passione tra i due.
Attraverso il consueto sguardo sensibile e viscerale, Jane Campion ha scritto e diretto un potente dramma di fosco romanticismo che contrappone pulsione sessuale e purezza virginale, assordante silenzio e parola, innocenza e colpevolezza, sopraffazione e sottomissione. Cinema e letteratura trovano un punto di contatto nella musica, la forma d'arte più pura, poiché presente in natura al di là dello strumento che la produce. Erotismo, violenza e passione sono pronti a esplodere sotto a una superficie di calma apparente. Il fascino selvaggio dell'ostile paesaggio neozelandese battuto dalla pioggia, le eccellenti interpretazioni e la colonna sonora di Michael Nyman concorrono a un risultato finale di rara suggestione. Un inno alla vita, prima ancora che uno straordinario ritratto femminile. «Io non penso a me come una creatura silenziosa, e questo grazie al mio pianoforte». Uno dei grandi melodrammi contemporanei, tormentato e avventuroso senza scadere mai nel racconto di maniera. Notevole fotografia di Stuart Dryburgh. Tre Oscar (attrice protagonista, attrice non protagonista, sceneggiatura) più altre cinque nomination (film, regia, fotografia, montaggio, costumi). Palma d'oro, ex aequo con Addio mia concubina di Chen Kaige, e premio alla migliore attrice (Holly Hunter) al Festival di Cannes.