Life: Non oltrepassare il limite
Life
2017
Paese
Usa
Generi
Fantascienza, Thriller
Durata
103 min.
Formato
Colore
Regista
Daniel Espinosa
Attori
Jake Gyllenhaal
Rebecca Ferguson
Ryan Reynolds
Hiroyuki Sanada
L’equipaggio di una stazione spaziale internazionale è in procinto di fare una delle scoperte più importanti nella storia dell’umanità: la prima prova di una vita terrestre su Marte. Quando il gruppo inizia a svolgere le ricerche sul campione, capirà di trovarsi di fronte un’entità aliena più intelligente ma anche più temibile del previsto.

Ordinario prodotto di genere dal taglio piuttosto derivativo, che affronta la fantascienza senza particolari sussulti, producendo degli esiti tutto sommato prevedibili e convenzionali. La Missione Pilgrim si ritrova ben presto a lottare per la propria sopravvivenza all’interno di un meccanismo claustrofobico e stritolante che si è visto più e più volte in moltissimi lavori analoghi, senza che il film del regista Daniel Espinosa riesca a imporre uno scarto originale. Calvin, così come viene rinominato l’alieno a partire da una scuola elementare intitolata al trentesimo presidente statunitense Calvin Coolidge, è un’entità «tutto muscoli, tutto cervello e tutto occhi»: un essere viscido e tentacolare, vagamente carpenteriano nell’aspetto e somigliante in partenza a una scimmia antropomorfa in miniatura (il personaggio di Ryan Reynolds cita non a caso Shock the Monkey di Peter Gabriel), che non può che rimandare all’ovvio e ingombrante riferimento offerto da Alien (1979). Rispetto all’opera di Ridley Scott, così carica di ambiguità latenti e tensioni matriarcali, Life: Non oltrepassare il limite, nonostante la dignitosa confezione e il buon livello delle scene degli attacchi, non produce alcuna complessità, azzerando gli spunti di riflessione in favore del semplice gioco del gatto col topo, tanto esasperato quanto telefonato. Interessanti, in compenso, alcune sequenze di fluttuazione nello spazio, chiaramente affini a Gravity (2013) di Alfonso Cuarón (pietra di paragone ormai obbligata) e l’idea visiva del dissanguamento progressivo. Qualche incursione melensa nel finale.
Maximal Interjector
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