Lilli e il vagabondo
Lady and the Tramp
2019
Disney+
Paese
Usa
Generi
Avventura, Commedia, Drammatico
Durata
103 min.
Formato
Colore
Regista
Charlie Bean
Attori
Thomas Mann
Kiersey Clemons
La cagnetta Lilli vive insieme a due giovani sposi che la adorano. Ma la nascita di un bambino mette in crisi Lilli, che si sente trascurata: fugge così da casa e incontra un cane randagio del quale si innamora.
Rifacimento in live action del classico d’animazione Disney del 1955, Lilli e il vagabondo ripropone la storia della cockerina Lilli e del meticcio Biagio estinguendo purtroppo quasi del tutto l’atmosfera magica e la sognante dimensione fiabesca che avevano decretato la fortuna e la longevità del film originale. Il regista Charlie Bean e gli sceneggiatori Andrew Bujalski e Kari Granlund, al timone della produzione Disney+ lanciata sulla piattaforma come contenuto originale di richiamo, hanno infatti ben poche frecce al loro arco e il film si presenta fin dai primi minuti come un’operazione blanda e di scarso interesse, sia sul piano narrativo che su quello figurativo. Il misto di realismo e computer grafica con cui sono realizzati gli animali genera un ibrido interdetto e controproducente tra concretezza fisica e straniamento digitale: un esito, più volte riscontrabile in operazioni analoghe, in virtù del quale l’umanizzazione di gesti e sentimenti è talmente meccanica e forzata da inibire immediatamente qualsivoglia stupore e sospensione dell’incredulità. L’umanità canina dell’originale, punto di forza dell’altalena romantica che fu, lascia il posto a una glaciale e piattissima freddezza che porta a rimpiangere a più riprese il calore del tratto grafico di un tempo (paradossalmente molto più vivido e tridimensionale) e la scrittura non fa certo meglio, tentando delle variazioni sulla sceneggiatura originale che sconfinano nell’inerzia più totale e nell’assenza evidente di una bussola e di un obiettivo reale. Il minimo sindacale della confezione è comunque garantito sul versante dei fondali e delle scenografie d’epoca, ma i pochi numeri musicali sono anchilosati e poco curati, la celeberrima scena degli spaghetti malamente sprecata e i personaggi di contorno (gli altri cani vicini alla coppia, gli umani-padroni, i gatti siamesi della malefica zia Sarah) delle mere, insipide apparizioni rispetto ai loro significativi omologhi della versione animata realizzata 65 anni prima. I due cani protagonisti sono doppiati, nella versione originale, da Tessa Thompson e Justin Theroux.
Rifacimento in live action del classico d’animazione Disney del 1955, Lilli e il vagabondo ripropone la storia della cockerina Lilli e del meticcio Biagio estinguendo purtroppo quasi del tutto l’atmosfera magica e la sognante dimensione fiabesca che avevano decretato la fortuna e la longevità del film originale. Il regista Charlie Bean e gli sceneggiatori Andrew Bujalski e Kari Granlund, al timone della produzione Disney+ lanciata sulla piattaforma come contenuto originale di richiamo, hanno infatti ben poche frecce al loro arco e il film si presenta fin dai primi minuti come un’operazione blanda e di scarso interesse, sia sul piano narrativo che su quello figurativo. Il misto di realismo e computer grafica con cui sono realizzati gli animali genera un ibrido interdetto e controproducente tra concretezza fisica e straniamento digitale: un esito, più volte riscontrabile in operazioni analoghe, in virtù del quale l’umanizzazione di gesti e sentimenti è talmente meccanica e forzata da inibire immediatamente qualsivoglia stupore e sospensione dell’incredulità. L’umanità canina dell’originale, punto di forza dell’altalena romantica che fu, lascia il posto a una glaciale e piattissima freddezza che porta a rimpiangere a più riprese il calore del tratto grafico di un tempo (paradossalmente molto più vivido e tridimensionale) e la scrittura non fa certo meglio, tentando delle variazioni sulla sceneggiatura originale che sconfinano nell’inerzia più totale e nell’assenza evidente di una bussola e di un obiettivo reale. Il minimo sindacale della confezione è comunque garantito sul versante dei fondali e delle scenografie d’epoca, ma i pochi numeri musicali sono anchilosati e poco curati, la celeberrima scena degli spaghetti malamente sprecata e i personaggi di contorno (gli altri cani vicini alla coppia, gli umani-padroni, i gatti siamesi della malefica zia Sarah) delle mere, insipide apparizioni rispetto ai loro significativi omologhi della versione animata realizzata 65 anni prima. I due cani protagonisti sono doppiati, nella versione originale, da Tessa Thompson e Justin Theroux.
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