The Lobster
The Lobster
2015
Paesi
Grecia, Gran Bretagna, Irlanda, Francia, Olanda
Generi
Drammatico, Fantascienza, Grottesco
Durata
118 min.
Formato
Colore
Regista
Yorgos Lanthimos
Attori
Colin Farrell
Rachel Weisz
Jessica Barden
John C. Reilly
Ben Whishaw
Léa Seydoux
Angeliki Papoulia
Olivia Colman
Ashley Jensen
Ariane Labed
In un futuro distopico, la società costringe ogni essere umano a vivere in coppia. David (Colin Farrell) è rimasto single da poco e viene mandato in un albergo misterioso e guidato da regole ferree: ha 45 giorni per trovare una partner e, se non riuscirà nell'intento, verrà trasformato in un animale a sua scelta e abbandonato nella foresta.
Non manca certo l'originalità a Yorgos Lanthimos, autore che aveva già dimostrato il suo estro narrativo nei precedenti Dogtooth (2009) e Alps (2011). In questo caso mette in scena una bizzarra metafora della società di tutti i giorni, in cui la “normalità” è il vivere in coppia e chi passa l'esistenza in solitaria è visto come un'eccentrica eccezione. Le premesse sono notevoli, così come i parallelismi uomini-animali, ma le suggestioni si arenano presto: dopo una prima parte ricca di fascino, la sceneggiatura si fa confusa e contorta, mette troppa carne al fuoco e non riesce più a ritrovare la spinta iniziale. Il percorso di David segue troppe tappe (l'albergo, la fuga nel bosco, una nuova vita insieme ai “ribelli”, l'amore impossibile con una donna da poco conosciuta) e il minutaggio non basta ad approfondirle tutte adeguatamente: avrebbe, forse, reso di più in una miniserie televisiva. E il finale, aperto e irrisolto, appare in questo caso una scelta totalmente sbagliata. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2015, dove ha ottenuto il Premio della Giuria.
Non manca certo l'originalità a Yorgos Lanthimos, autore che aveva già dimostrato il suo estro narrativo nei precedenti Dogtooth (2009) e Alps (2011). In questo caso mette in scena una bizzarra metafora della società di tutti i giorni, in cui la “normalità” è il vivere in coppia e chi passa l'esistenza in solitaria è visto come un'eccentrica eccezione. Le premesse sono notevoli, così come i parallelismi uomini-animali, ma le suggestioni si arenano presto: dopo una prima parte ricca di fascino, la sceneggiatura si fa confusa e contorta, mette troppa carne al fuoco e non riesce più a ritrovare la spinta iniziale. Il percorso di David segue troppe tappe (l'albergo, la fuga nel bosco, una nuova vita insieme ai “ribelli”, l'amore impossibile con una donna da poco conosciuta) e il minutaggio non basta ad approfondirle tutte adeguatamente: avrebbe, forse, reso di più in una miniserie televisiva. E il finale, aperto e irrisolto, appare in questo caso una scelta totalmente sbagliata. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2015, dove ha ottenuto il Premio della Giuria.
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