Marinaio inglese in cerca di avventure, Jim (Peter O'Toole) s'imbarca a Giava su una nave carica di pellegrini, ma si rende colpevole di un grave atto di viltà che gli costa la radiazione e terribili sensi di colpa. Per redimersi, accetta di rifornire di armi la popolazione di un villaggio nella giungla, oppresso da un bandito che spadroneggia nella zona (Eli Wallach).
Dopo aver attinto all'opera del celebre drammaturgo Tennessee Williams (La gatta sul tetto che scotta del 1958 e La dolce ala della giovinezza del 1962), Richard Brooks si rivolge alla grande narrativa, adattando il fondamentale romanzo del britannico Joseph Conrad. Del testo originale recupera il fascino dell'avventura esotica (buoni il ritmo e le scene d'azione), ma soprattutto l'approfondimento psicologico del protagonista, (anti)eroe complesso e tormentato. Lanciato da Lawrence d'Arabia (1962) di David Lean, il bravissimo Peter O'Toole è perfetto per il ruolo ed è peraltro circondato da un cast notevole (Wallach, Mason e Jürgens ottimi villain). Il risultato è prolisso e non mancano i momenti di stanca, ma la confezione curata riesce a nascondere la maggior parte dei limiti. A parte alcune scene filmate agli Shepperton Studios in Inghilterra, è stato girato tra Malesia, Hong Kong e Cambogia (visibile anche il celebre tempio di Angkor Wat). In precedenza, il libro di Conrad era stato adattato in un film muto del 1925.