Love Lies Bleeding
Love Lies Bleeding
2024
Paesi
Gran Bretagna, Usa
Generi
Sentimentale, Thriller
Durata
104 min.
Formato
Colore
Regista
Rose Glass
Attori
Kristen Stewart
Katy O'Brian
Jena Malone
Dave Franco
Ed Harris
Anna Baryshnikov
Jackie (Katy O’Brian) é una ragazza determinata a diventare una bodybuilder professionista. Nel suo cammino verso il contest finale che potrebbe incoronarla campionessa, incontra Lou (Kristen Stewart), dimessa custode di una palestra, con la quale inizia una relazione contrassegnata da una grande passione.
In Love Lies Bleeding, opera seconda di Rose Glass dopo il bell'esordio con Santa Maud (2019), desiderio e sogno sono legati a doppia mandata, tanto da risultare gli elementi cardine di una narrazione che li esalta, esasperandoli e deridendoli allo stesso tempo. L'american dream viene espresso come una riappropriazione di forza femminile e la regista lo mostra attraverso i continui allenamenti di Jackie, alla ricerca ossessiva della forma perfetta: i dettagli dei muscoli che si gonfiano vengono sottolineati ripetutamente attraverso il corso di tutta la vicenda – anche grazie all’ottimo uso del sound design – dimostrando la volontà di riprendersi un ideale che spesso, se non sempre, è stato principalmente appannaggio del machismo maschile (e maschilista). Il tutto però viene rapidamente messo in discussione dalla facilità arrivista promessa dall'abuso di testosterone, mezzo che condurrà la coprotagonista e l’intera seconda parte della storia verso un viaggio allucinogeno dalle tinte macabre e grottesche. Quello che quindi inizialmente si prospettava un Thelma e Louise in salsa queer, pian piano si tramuta in un revenge movie pieno di "atmosfere al neon", che rimandano al cinema di Nicolas Winding Refn ma anche al Titane di Julia Ducournau. L'indole fortemente derivativa non permette quindi al film di spiccare il volo e, anzi, vacilla nel tentativo poco velato di tendere ad un tipo di cinema indipendente più sovversivo e ricercato. Inizialmente coinvolgente e appassionante (notevole il primo movimento della cinepresa, che si alza da un cratere in mezzo al deserto arrivando verso il cielo), Love Lies Bleeding cala alla distanza, a causa di momenti fin troppo eccessivi e della troppa carne al fuoco messa al suo interno. Non mancano sequenze e riflessioni degne di nota, ma il disegno d'insieme avrebbe potuto essere ben più incisivo. Presentato nella sezione Berlinale Special del Festival di Berlino 2024.
In Love Lies Bleeding, opera seconda di Rose Glass dopo il bell'esordio con Santa Maud (2019), desiderio e sogno sono legati a doppia mandata, tanto da risultare gli elementi cardine di una narrazione che li esalta, esasperandoli e deridendoli allo stesso tempo. L'american dream viene espresso come una riappropriazione di forza femminile e la regista lo mostra attraverso i continui allenamenti di Jackie, alla ricerca ossessiva della forma perfetta: i dettagli dei muscoli che si gonfiano vengono sottolineati ripetutamente attraverso il corso di tutta la vicenda – anche grazie all’ottimo uso del sound design – dimostrando la volontà di riprendersi un ideale che spesso, se non sempre, è stato principalmente appannaggio del machismo maschile (e maschilista). Il tutto però viene rapidamente messo in discussione dalla facilità arrivista promessa dall'abuso di testosterone, mezzo che condurrà la coprotagonista e l’intera seconda parte della storia verso un viaggio allucinogeno dalle tinte macabre e grottesche. Quello che quindi inizialmente si prospettava un Thelma e Louise in salsa queer, pian piano si tramuta in un revenge movie pieno di "atmosfere al neon", che rimandano al cinema di Nicolas Winding Refn ma anche al Titane di Julia Ducournau. L'indole fortemente derivativa non permette quindi al film di spiccare il volo e, anzi, vacilla nel tentativo poco velato di tendere ad un tipo di cinema indipendente più sovversivo e ricercato. Inizialmente coinvolgente e appassionante (notevole il primo movimento della cinepresa, che si alza da un cratere in mezzo al deserto arrivando verso il cielo), Love Lies Bleeding cala alla distanza, a causa di momenti fin troppo eccessivi e della troppa carne al fuoco messa al suo interno. Non mancano sequenze e riflessioni degne di nota, ma il disegno d'insieme avrebbe potuto essere ben più incisivo. Presentato nella sezione Berlinale Special del Festival di Berlino 2024.
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