Nigel (Hugh Grant) e Fiona (Kristin Scott Thomas), giovane coppia sposata in viaggio a bordo di una nave da crociera, fanno la conoscenza di Oscar (Peter Coyote) e Mimì (Emmanuelle Seigner), misteriosa coppia dal fascino un po' maudit. Per motivi apparentemente innocui, Oscar comincerà a raccontare a Nigel la storia del suo tormentato rapporto con la compagna.
«Ogni rapporto tra uomo e donna, anche se armonioso, ha in sé il seme della farsa o della tragedia». Peccaminosa e malata “contro-storia” d'amore, Luna di fiele è il film con cui Roman Polanski affronta di petto un tema che da sempre aveva accarezzato in tutte le sue opere precedenti: la guerra psicologica su cui si basano tutti i rapporti di coppia. Venature sadomaso, crudeltà da manuale e un'atmosfera torbida che innerva funzionalmente la pellicola, tratteggiando un ritratto cupo e pessimistico della solitudine contemporanea; a una prima parte estremamente ispirata, che raggiunge vette quasi letterarie nella descrizione del rapporto tra Oscar e Mimì, segue però una conclusione che non riesce a essere scioccante come vorrebbe. In ogni caso, rimane uno dei film più moderni e spregiudicati sull'amore e sull'erotismo, grazie alla perfetta alchimia tra i protagonisti. Il gioco di specchi, compresso nelle claustrofobiche cabine della nave o nei soffocanti interni parigini, diventa disturbante e affascinante allo stesso tempo, coinvolgendo lo spettatore in un morboso atto voyeuristico. Fotografia di Tonino Delli Colli e musiche di Vangelis; sceneggiatura di Polanski, Gérard Brach e John Brownjohn, dall'omonimo romanzo di Pascal Bruckner.