Thomas (Nicolas Giraudi) vive nella campagna della provincia francese tra la casa dei nonni e quella dei genitori, che si stanno separando. In attesa di celebrare la prima comunione, vaga da solo per i cimiteri e racconta storie inventate, fino a che un incontro non cambierà la vita della sua famiglia. A dispetto del titolo, il “luogo” inquadrato da André Téchiné non è tanto lo spazio geografico dove avviene l'omicidio, in secondo piano, quanto l'emblema temporale e mentale dei suoi due protagonisti principali, il tredicenne Thomas e la madre Lili (Catherine Deneuve): lui bugiardo cronico, lei donna irrisolta, bloccata tra gli anziani genitori e un matrimonio in declino. Nel tentativo (forse) di avvicinarsi al cinema di Claude Chabrol, il regista sfugge all'intrigo puramente poliziesco, optando per la tensione passionale e la pulsione scopica a discapito dello sviluppo razionale dell'intreccio narrativo. Ma il modello rimane ben distante e questo manieristico Il luogo del crimine risulta inutilmente ambizioso e ben poco riuscito; pessimo il finale, ma anche le sequenze precedenti non sono un granché. Scritto da Téchiné con Olivier Assayas e Pascal Bonitzer.