Ma cosa ci dice il cervello
2019
Paese
Italia
Genere
Commedia
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Riccardo Milani
Attori
Paola Cortellesi
Stefano Fresi
Vinicio Marchioni
Lucia Mascino
Claudia Pandolfi
Tomas Arana
Teco Celio
Giampaolo Morelli
Ricky Memphis
Remo Girone
Carla Signoris
Alessandro Roia
Giovanna (Paola Cortellesi) è una donna dimessa, addirittura noiosa, che si divide tra il lavoro al Ministero e gli impegni scolastici di sua figlia Martina. Ma dietro questa scialba facciata, Giovanna in realtà è un agente segreto, impegnato in pericolosissime missioni internazionali.
Dopo l’ottimo successo al botteghino di Come un gatto in tangenziale (2017), Paola Cortellesi, anche sceneggiatrice, e il marito regista Riccardo Milani, firmano un altro prodotto che, in una cornice da commedia esuberante, si prefigge di infliggere più di una stoccata al malcostume, alla maleducazione e alla scarsa inclinazione alla convivenza pacifica dell’Italia del 2019, attraversata da pochissimi e sparuti rigurgiti di civiltà. Nonostante lo sforzo nel tentare d’intavolare un cinema popolare brillante e accessibile ma sanamente “sporcato” da ambizioni di genere (l’action movie alla Tom Cruise di Mission: Impossible), il risultato è macchiettistico e l’impianto spionistico della trama a dir poco pretestuoso, tra evoluzioni all’acqua di rose in Marocco e carillon che suonano Toto Cutugno legati, manco a dirlo, ai russi. La Cortellesi è invischiata in molti travestimenti e s’impegna in un ruolo stimolante e sulla carta multiforme, ma le sue maschere mancano d’originalità e anche i quattro amici del liceo che Giovanna intende vendicare (li interpretano, con buona verosimiglianza, Stefano Fresi, Vinicio Marchioni, Lucia Mascino e Claudia Pandolfi) sono alle prese con delle vicissitudini che non vanno oltre la gag di grana grossa, per quanto orientate a fustigare le poche virtù e i tanti vizi di certi, diffusissimi comportamenti quotidiani e a evidenziare quanto tra i sogni sfiorati e quelli sfioriti il confine sia spesso molto labile. Nel finale l’ingranaggio da commedia sociale presta completamente il fianco a cospirazioni e cacce all’uomo e si approda a Siviglia mettendo troppa carne al fuoco, mentre i titoli di coda sulle note di Esseri umani di Marco Mengoni aggiungono, proprio in estrema chiusura, un coefficiente di retorica indigesto e poco tollerabile, fino a quel momento quasi sempre evitato. Carla Signoris e Paola Minaccioni interpretano rispettivamente la mamma di Giovanna, decisamente troppo sopra le righe, e una “coatta” che è il personaggio più su di giri di tutto il film. Remo Girone è il capo dei servizi segreti che guida le azioni di Giovanna, Giampaolo Morelli veste invece i panni del suo ex marito.
Dopo l’ottimo successo al botteghino di Come un gatto in tangenziale (2017), Paola Cortellesi, anche sceneggiatrice, e il marito regista Riccardo Milani, firmano un altro prodotto che, in una cornice da commedia esuberante, si prefigge di infliggere più di una stoccata al malcostume, alla maleducazione e alla scarsa inclinazione alla convivenza pacifica dell’Italia del 2019, attraversata da pochissimi e sparuti rigurgiti di civiltà. Nonostante lo sforzo nel tentare d’intavolare un cinema popolare brillante e accessibile ma sanamente “sporcato” da ambizioni di genere (l’action movie alla Tom Cruise di Mission: Impossible), il risultato è macchiettistico e l’impianto spionistico della trama a dir poco pretestuoso, tra evoluzioni all’acqua di rose in Marocco e carillon che suonano Toto Cutugno legati, manco a dirlo, ai russi. La Cortellesi è invischiata in molti travestimenti e s’impegna in un ruolo stimolante e sulla carta multiforme, ma le sue maschere mancano d’originalità e anche i quattro amici del liceo che Giovanna intende vendicare (li interpretano, con buona verosimiglianza, Stefano Fresi, Vinicio Marchioni, Lucia Mascino e Claudia Pandolfi) sono alle prese con delle vicissitudini che non vanno oltre la gag di grana grossa, per quanto orientate a fustigare le poche virtù e i tanti vizi di certi, diffusissimi comportamenti quotidiani e a evidenziare quanto tra i sogni sfiorati e quelli sfioriti il confine sia spesso molto labile. Nel finale l’ingranaggio da commedia sociale presta completamente il fianco a cospirazioni e cacce all’uomo e si approda a Siviglia mettendo troppa carne al fuoco, mentre i titoli di coda sulle note di Esseri umani di Marco Mengoni aggiungono, proprio in estrema chiusura, un coefficiente di retorica indigesto e poco tollerabile, fino a quel momento quasi sempre evitato. Carla Signoris e Paola Minaccioni interpretano rispettivamente la mamma di Giovanna, decisamente troppo sopra le righe, e una “coatta” che è il personaggio più su di giri di tutto il film. Remo Girone è il capo dei servizi segreti che guida le azioni di Giovanna, Giampaolo Morelli veste invece i panni del suo ex marito.
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