Ma Loute
Ma Loute
2016
Paesi
Germania, Francia
Generi
Commedia, Grottesco
Durata
122 min.
Formato
Colore
Regista
Bruno Dumont
Attori
Fabrice Luchini
Juliette Binoche
Valeria Bruni Tedeschi
Jean-Luc Vincent
Brandon Lavieville
Laura Dupré
Didier Desprès
Cyril Rigaux
Nord della Francia, inizi del '900. Alcuni turisti scompaiono misteriosamente nei pressi del distretto dei pescatori di St. Michel, una zona brulla e selvaggia della costa. Tra gli abitanti del luogo, il giovane scontroso Ma Loute (Brandon Lavieville), che entra in contatto con la stravagante e ricca famiglia dei Van Peteghem. L'impacciato ispettore Machin (Didier Desprès) e l'aiutante Malfoy (Cyril Rigaux) iniziano a indagare. Il francese Dumont prosegue il discorso iniziato con P'tit Quinquin (2014) e fa di nuovo centro. Pur rimanendo fedele alla propria poetica minimale, il regista transalpino smorza lo sguardo disperato rivolto a coloro che vivono ai margini della società e realizza un ritratto umanissimo su un microcosmo in cui l'ordine precostituito è sempre al limite dell'implosione. L'ambientazione d'epoca, giocata su pochi azzeccatissimi dettagli (costumi in primis, ma anche scenografie degli interni) aiuta a rendere la vicenda sospesa nel tempo, con l'impervio paesaggio costiero innalzato a scenario dell'anima. L'approccio di Dumont non è fisico e viscerale, bensì delicato e a tratti poetico, senza risultare distaccato. Ma Loute e la sua famiglia disadattata, che divora letteralmente le cosiddette persone "normali", offrono una nuova, stimolante riflessione sugli "ultimi" cari al regista francese. Molto riuscita anche la caratterizzazione degli strambi Van Peteghem, figure provenienti da un mondo altro quasi legate alle dinamiche del cinema muto, magnificamente interpretate da Fabrice Luchini, Valeria Bruni Tedeschi e Juliette Binoche. La grande cura formale e l'eleganza della messa in scena contribuiscono a restituire una composizione pittorica dell'immagine che smorza l'arida realtà rappresentata, anche grazie a efficaci inserti fantastici vicini al surrealismo. Peccato soltanto che il gioco a tratti s’inceppi, soprattutto nella seconda metà, e alcune soluzioni si ripetano troppe volte (alcune gag comprese), ma probabilmente è il (piccolo) prezzo da pagare per dare vita a un’opera tanto folle, originale e divertente: le risate, infatti, non mancano grazie soprattutto alla presenza dell'ispettore oversize Machin. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
Maximal Interjector
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