Scoperta la relazione clandestina della madre Jane (Bernice Stagers), la figlioletta Lucy (Veronica Zinny) affoga il fratellino per vendetta: tornando a casa richiamata dall'emergenza, la donna perderà anche l'amante, morto decapitato in un incidente. Trasferitasi a casa di quest'ultimo, verrà corteggiata dal vicino cieco Robert (Stanko Molnar), che inizia a nutrire strani sospetti sulle sue abitudini. Morboso horror in cui le perversioni sessuali più estreme (necrofilia spinta) se la combattono con i furori omicidi di una figlia tradita, Macabro segna l'esordio registico in solitaria di Lamberto Bava dopo il contributo all'ultimo film del padre La venere d'Ille (1979). La sceneggiatura è cofirmata anche da Roberto Gandus, Pupi e Antonio Avati e il piglio si avverte: al posto del grandguignolesco di serie B che contraddistinguerà molte produzioni future di Bava junior, molto più spazio è lasciato all'atmosfera malsana, quasi surreale e demoniaca che avvolge i personaggi, tutti rappresentati come inermi rassegnazioni al male che permea il mondo. La narrazione è piuttosto ingenua, ma l'essenzialità della regia e la misuratezza degli effetti speciali pagano: anche se poco gradita dal pubblico, una pellicola che resta, pur con le sue imperfezioni, uno dei risultati migliori nella non brillantissima carriera di Lamberto Bava.