L'uomo che uccise Don Chisciotte
The Man Who Killed Don Quixote
2018
Timvision
Paesi
Spagna, Gran Bretagna, Francia, Portogallo
Generi
Avventura, Fantasy
Durata
132 min.
Formato
Colore
Regista
Terry Gilliam
Attori
Adam Driver
Olga Kurylenko
Stellan Skarsgård
Jonathan Pryce
Rossy de Palma
Jordi Mollà
Jason Watkins
Óscar Jaenada
Sergi López
Un regista (Adam Driver) torna nei luoghi dove dieci anni prima aveva realizzato il suo primo film, intitolato The Man Who Killed Don Quixote. Ora sta lavorando a un nuovo progetto, ma il protagonista del suo vecchio film (Jonathan Pryce) si è convinto di essere realmente Don Chisciotte e lo scambia per Sancho Panza.
Era il 1998 quando Terry Gilliam avviò la produzione di questo progetto, che avrebbe avuto come protagonisti Jean Rochefort e Johnny Depp. Come efficacemente raccontato nel bel documentario Lost in La Mancha (2002), la lavorazione fu costantemente travagliata, il progetto fallì e soltanto vent’anni dopo Gilliam è riuscito finalmente a dare alla luce questo curioso lungometraggio. Non si sa quanto del “vecchio film” sia effettivamente rimasto in questa pellicola che, non a caso, parla di un film del passato con protagonista un regista tormentato da problemi sul set. È quasi commovente con quanta forza e passione Gilliam abbia portato avanti questo lavoro e nel film si sente quanto amore ci sia per il cinema, per le sue dinamiche più artigianali e per il potere che ha l’immaginazione. La sincerità dietro al progetto è evidente, anche se L'uomo che uccise Don Chisciotte è indubbiamente un lungometraggio confuso e che gira spesso a vuoto, caotico nella parte centrale e vittima di qualche grossolanità di troppo in fase di sceneggiatura. Al di là degli evidenti difetti, però, si respira un genuino attaccamento dell’autore alla sua opera e non mancano gli spunti visionari, soprattutto nelle prime battute, oltre ad alcuni godibili giochi di passaggio tra la realtà e la finzione. La storia (e anche quella del cinema) è fatta anche di personaggi un po’ goffi e a volte strampalati, ma dal grande cuore e coraggio. Ce lo ricorda Don Chisciotte e ce lo ricorda Terry Gilliam, da sempre un outsider che ha creduto nelle sue idee, dando vita a grandissimi film, anche a costo di venire deriso, di sbagliare per aver puntato troppo in alto, o di scambiare dei mulini a vento per dei giganti. E non è nuovamente un caso che Gilliam abbia scelto l’ottimo Jonathan Pryce per interpretare il (suo) Don Chisciotte, un attore che conosce molto bene e che è stato protagonista di quello che rimane il suo lungometraggio più importante: Brazil (1985).
Era il 1998 quando Terry Gilliam avviò la produzione di questo progetto, che avrebbe avuto come protagonisti Jean Rochefort e Johnny Depp. Come efficacemente raccontato nel bel documentario Lost in La Mancha (2002), la lavorazione fu costantemente travagliata, il progetto fallì e soltanto vent’anni dopo Gilliam è riuscito finalmente a dare alla luce questo curioso lungometraggio. Non si sa quanto del “vecchio film” sia effettivamente rimasto in questa pellicola che, non a caso, parla di un film del passato con protagonista un regista tormentato da problemi sul set. È quasi commovente con quanta forza e passione Gilliam abbia portato avanti questo lavoro e nel film si sente quanto amore ci sia per il cinema, per le sue dinamiche più artigianali e per il potere che ha l’immaginazione. La sincerità dietro al progetto è evidente, anche se L'uomo che uccise Don Chisciotte è indubbiamente un lungometraggio confuso e che gira spesso a vuoto, caotico nella parte centrale e vittima di qualche grossolanità di troppo in fase di sceneggiatura. Al di là degli evidenti difetti, però, si respira un genuino attaccamento dell’autore alla sua opera e non mancano gli spunti visionari, soprattutto nelle prime battute, oltre ad alcuni godibili giochi di passaggio tra la realtà e la finzione. La storia (e anche quella del cinema) è fatta anche di personaggi un po’ goffi e a volte strampalati, ma dal grande cuore e coraggio. Ce lo ricorda Don Chisciotte e ce lo ricorda Terry Gilliam, da sempre un outsider che ha creduto nelle sue idee, dando vita a grandissimi film, anche a costo di venire deriso, di sbagliare per aver puntato troppo in alto, o di scambiare dei mulini a vento per dei giganti. E non è nuovamente un caso che Gilliam abbia scelto l’ottimo Jonathan Pryce per interpretare il (suo) Don Chisciotte, un attore che conosce molto bene e che è stato protagonista di quello che rimane il suo lungometraggio più importante: Brazil (1985).
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