La marcia dei pinguini – Il richiamo
La marche de l'empereur - L'appel de l'Antarctique
2017
Paese
Francia
Genere
Documentario
Durata
82 min.
Formato
Colore
Regista
Luc Jacquet
Un pinguino imperatore deve insegnare a suo figlio a diventare adulto e avviarlo verso il viaggio in direzione dell’Oceano. Qui il piccolo dovrà imparare a nuotare, sopravvivere e procurarsi il cibo.
Dodici anni dopo il grande successo del bel documentario La marcia dei pinguini (2005), il regista francese Luc Jacquet firma curiosamente un sequel: tornato in Antartide con una nuova spedizione, il documentarista ha portato con sé tecnologie inesistenti nel 2005, sfruttando così l’alta definizione e l’utilizzo di droni e interessanti riprese sottomarine. Tra immagini inediti e alcune tagliate al montaggio dodici anni prima, si racconta nuovamente il “miracolo” del ciclo esistenziale del pinguino imperatore, concentrandosi maggiormente sui cuccioli e su quali pericoli debbano affrontare prima nel primo periodo della loro vita. Il fascino del misterioso viaggio dei pinguini è ancora intatto e colpisce la forza estetica delle immagini, ma il progetto è troppo limitato dal fatto che molte dinamiche le avevamo già scoperte nel film precedente e l’originalità latita. Le sequenze subacquee sono notevoli, ma non bastano a togliere la sensazione di un progetto più commerciale che urgente, discreto ma non necessario. Non aiuta, nella versione italiana, l’infelice scelta di Pif come doppiatore, sempre forzato nel commento nel tentativo di risultare brillante e simpatico a tutti i costi.
Dodici anni dopo il grande successo del bel documentario La marcia dei pinguini (2005), il regista francese Luc Jacquet firma curiosamente un sequel: tornato in Antartide con una nuova spedizione, il documentarista ha portato con sé tecnologie inesistenti nel 2005, sfruttando così l’alta definizione e l’utilizzo di droni e interessanti riprese sottomarine. Tra immagini inediti e alcune tagliate al montaggio dodici anni prima, si racconta nuovamente il “miracolo” del ciclo esistenziale del pinguino imperatore, concentrandosi maggiormente sui cuccioli e su quali pericoli debbano affrontare prima nel primo periodo della loro vita. Il fascino del misterioso viaggio dei pinguini è ancora intatto e colpisce la forza estetica delle immagini, ma il progetto è troppo limitato dal fatto che molte dinamiche le avevamo già scoperte nel film precedente e l’originalità latita. Le sequenze subacquee sono notevoli, ma non bastano a togliere la sensazione di un progetto più commerciale che urgente, discreto ma non necessario. Non aiuta, nella versione italiana, l’infelice scelta di Pif come doppiatore, sempre forzato nel commento nel tentativo di risultare brillante e simpatico a tutti i costi.
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