Alta società inglese. La nobile e viziata Lady Mary Lasenby (Gloria Swanson) è attratta dal suo maggiordomo William Cricthon (Thomas Meighan), ma, per questioni di etichetta, non può mostrare i suoi sentimenti. Lui è fidanzato con una domestica; lei promessa sposa a un ricco Lord. Quando Lady Mary e Crichton, insieme a diversi altri servi e padroni, naufragano su un'isola deserta, lontani dalle convenzioni sociali, sono liberi di amarsi. Con l'arrivo dei soccorsi, tutto però tornerà alla “normalità”. Tratto dal lavoro teatrale The Admirable Crichton di J.M. Barrie (l'autore di Peter Pan), Maschio e femmina è un'operazione di straordinaria importanza: corrosivo, cinico e sarcastico è un film che guarda e giudica, con ironia e amarezza, il mondo dell'alta società del ventesimo secolo. I sentimenti vengono messi da parte, nella moralistica realtà di tutti i giorni, mentre possono esplodere in un universo altro, esotico, dove ogni “regola sociale” viene meno e la passione animalesca può prendere il sopravvento. Saloni eleganti e giungla selvaggia: DeMille procede per opposizioni (anche interni-esterni, oppure, “maschio-femmina”) dando vita a una pellicola spietata che sarà un vero modello per le commedie sofisticate degli anni Trenta (e siamo, soltanto, nel 1919). Dopo I prevaricatori (1916), un'altra opera memorabile per il grande regista americano che fece di Gloria Swanson una star. Dopo aver visto questo film, ripensare alla celebre battuta di Norma Desmond/Gloria Swanson in Viale del tramonto del 1950 («Eccomi, DeMille, sono pronta per il mio primo piano») avrà tutto un altro sapore.