Masquerade
The Honey Pot
1967
Paese
Usa
Generi
Commedia, Thriller
Durata
125 min.
Formato
Colore
Regista
Joseph L. Mankiewicz
Attori
Rex Harrison
Susan Hayward
Maggie Smith
Capucine
Edie Adams
Adolfo Celi
Il miliardario americano Cecil Fox (Rex Harrison) convoca nel suo palazzo veneziano le sue tre amanti: Merle McGill (Edie Adams), star del cinema, la principessa Dominique (Capucine) e la signora Sheridan (Susan Hayward) con infermiera al seguito, Sarah Watkins (Maggie Smith). Fox finge di essere in punto di morte e voler spartire la sua eredità con le donne, dando il via a un perverso e grossolano gioco che si concluderà in tragedia.
Terzultimo film di Mankiewicz, divertito e godibile esercizio di stile che riprende la dimensione teatrale tanto cara al regista e affronta alcuni dei temi cardine della sua poetica come l'innata crudeltà umana, la vita come grande messa in scena e l'inganno come strumento di sopravvivenza in un mondo sempre più cinico. Ma su tutta l'operazione aleggia un sentore di manierismo, compiaciuto e di classe, abbastanza autoreferenziale, dilettevole benché fine a se stesso. In più la narrazione non sempre regge la durata in cui ammiccamenti, battute taglienti e stralci satirici vanno a segno, ma rischiano spesso e volentieri di diventare ripetitivi e perdere la propria forza pungente e critica. Resta comunque il piacere della messa in scena, di alcune trovate brillanti e di un cast abbastanza in forma su cui svetta Rex Harrison, uno degli attori feticci di Mankiewicz. Splendida e decadente, a ogni modo, la Venezia illustrata dal direttore della fotografia italiano Gianni Di Venanzo, qui alla sua ultima grande prova prima di morire al termine delle riprese per epatite virale. Il soggetto del film (sceneggiato in solitaria dal regista) è basato sulle commedie teatrali Volpone di Ben Jonson e Mr. Fox of Venice di Frederick Knott e sul romanzo The Evil of the Day di Thomas Sterling. La versione originale dura 150 minuti.
Terzultimo film di Mankiewicz, divertito e godibile esercizio di stile che riprende la dimensione teatrale tanto cara al regista e affronta alcuni dei temi cardine della sua poetica come l'innata crudeltà umana, la vita come grande messa in scena e l'inganno come strumento di sopravvivenza in un mondo sempre più cinico. Ma su tutta l'operazione aleggia un sentore di manierismo, compiaciuto e di classe, abbastanza autoreferenziale, dilettevole benché fine a se stesso. In più la narrazione non sempre regge la durata in cui ammiccamenti, battute taglienti e stralci satirici vanno a segno, ma rischiano spesso e volentieri di diventare ripetitivi e perdere la propria forza pungente e critica. Resta comunque il piacere della messa in scena, di alcune trovate brillanti e di un cast abbastanza in forma su cui svetta Rex Harrison, uno degli attori feticci di Mankiewicz. Splendida e decadente, a ogni modo, la Venezia illustrata dal direttore della fotografia italiano Gianni Di Venanzo, qui alla sua ultima grande prova prima di morire al termine delle riprese per epatite virale. Il soggetto del film (sceneggiato in solitaria dal regista) è basato sulle commedie teatrali Volpone di Ben Jonson e Mr. Fox of Venice di Frederick Knott e sul romanzo The Evil of the Day di Thomas Sterling. La versione originale dura 150 minuti.
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