Megalopolis
Megalopolis
2024
Paese
Usa
Genere
Fantascienza
Durata
138 min.
Formato
Colore
Regista
Francis Ford Coppola
Attori
Adam Driver
Giancarlo Esposito
Nathalie Emmanuel
Aubrey Plaza
Shia Labeouf
Jon Voight
Jason Schwartzman
Talia Shire
Laurence Fishburne
Dustin Hoffman
Caesar (Adam Driver), architetto innovativo e geniale, vuole ricostruire la metropoli di New Rome (una sorta di New York allucinata e lisergica) con una nuova visione totalmente utopistica. Il suo sogno rischia però di essere ostacolato da alcuni degli uomini più potenti della città.

Un sogno lungo un film. Si può partire così per (provare a) descrivere Megalopolis, progetto i cui semi hanno iniziato a diffondersi nella mente di Francis Ford Coppola dopo Apocalypse Now (1979) e che hanno portato a vederne i frutti soltanto a distanza di quarantacinque anni. In mezzo, continui rimandi e una produzione sempre più travagliata, fino a quando il regista de Il padrino (1972) ha preso direttamente le redini dei finanziamenti necessari all’operazione, tornando così dietro la macchina da presa a tredici anni di distanza da Twixt (2011). È un film sul tempo Megalopolis, il tempo passato da quei fasti della New Hollywood in cui i registi erano produttori di loro stessi, il tempo presente di un’industria cinematografica per cui questa pellicola non può che risultare un ufo totalmente fuori da ogni logica distributiva e commerciale, il tempo futuro con cui si conclude la pellicola, con un’ultima immagine semplicemente straordinaria e capace di ricordarci quanto Coppola creda nell’amore come forza filosofica in grado di muovere l’universo. L’amore per i propri affetti è eterno – così come nel suo Dracula di Bram Stoker (1992) – così come quello per il cinema (Un’arte? Un’industria? Un concetto che sintetizza tutto quanto?) a cui Coppola continua a credere in maniera sterminata, provando a rinnovarne ancora una volta il linguaggio, mescolando analogico e digitale, facendo intervenire direttamente il pubblico (nelle proiezioni a Cannes un figurante si è posizionato di fronte allo schermo per “intervistare” il protagonista in una sequenza). Il desiderio di sperimentare è tale che si può definire il film un effetto Vertigo di 138 minuti, richiamando la potentissima sequenza iniziale (ma Hitchcock viene citato anche successivamente) e le sensazioni che questo gigantesco prodotto offre nel corso della visione. Passando da una prima parte verbosa e prolissa a una seconda in cui si vola con uno stile che si fa sempre più psichedelico, Megalopolis è un’esperienza di visione anche in senso politico, con la società americana paragonata all’Impero romano, con la sua decadenza e numerosi riferimenti che vanno esplicitamente a Donald Trump e ai mostri di un certo capitalismo sfrenato. Fantasmi di un sogno americano svanito nel tempo – non a caso – e in cui Coppola torna più che mai a essere tagliente, brutale e controcorrente come nei suoi tempi migliori. Debordante, folle, capace di flirtare tanto col disastro quanto col cinema assoluto: Megalopolis è tutto questo insieme e non è (sol)tanto una questione di prendere o lasciare, di evidenziare i difetti o i pregi, di dare giudizi o sentirsi irritati o affascinati. Megalopolis è un atto di fede, verso il cinema e verso la vita. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
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