Una meravigliosa domenica
Subarashiki nichiyōbi
1947
Paese
Giappone
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
108 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Akira Kurosawa
Attori
Isao Numasaki
Chieko Nakakita
Atsushi Watanabe
Ichirō Sugai
Masao Shimizu
Aguri Hidaka
Midori Ariyama
Nella Tokyo del dopoguerra, i fidanzati Yuzo (Isao Numasaki) e Masako (Chieko Nakakita) cercano un alloggio adatto alle proprie scarse possibilità economiche: incontreranno bizzarri personaggi, subiranno non poche umiliazioni e vedranno frustrate le loro aspettative; ma la speranza, forse, è destinata a sopravvivere. Akira Kurosawa, anche sceneggiatore con Keinosuke Uekusa, tratteggia la miseranda condizione (materiale ed esistenziale) di una generazione condannata al sacrificio e all'indigenza. «Proprio perché il mondo è quello che è, abbiamo bisogno di sognare e di sperare»: un inno all'ottimismo utopico e all'empatia (elemento fondamentale per l'umanissimo regista giapponese) in un mondo condannato all'egoismo e alla sopraffazione (Yuzo maltrattato da due malavitosi tra l'omertà generale). Il risultato è un dramma secco e incisivo, esaltato da una tecnica controllata e sommessa (l'uso di una macchina da presa quasi invisibile porta a un inevitabile confronto con il Neorealismo italiano) e permeato da una disperazione sotterranea (non a caso, predominante in quei bassifondi tanto cari a Kurosawa): indimenticabile la sequenza in cui Yuzo si addentra nel seminterrato di un ristorante, avvicinando un'umanità al collasso (la ballerina, interpretata da Aguri Hidaka, che si aggira ubriaca e decadente tra i camerini). Tra verità documentaristica e inserti fiabeschi (la finta direzione d'orchestra sulle note dell'Incompiuta di Franz Schubert), il film testimonia una maestria autoriale che esploderà sempre più prepotente negli anni successivi; anche se la recitazione dilettantesca dei due attori protagonisti si rivela inadatta a un film dalle ambizioni pindariche. Musiche di Tadashi Hattori, fotografia di Asakazu Nakai.
Maximal Interjector
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