La fedifraga Messalina (Anneka Di Lorenzo), sposata al mite imperatore Claudio (Vittorio Caprioli), progetta di farsi ripudiare per coronare il suo sogno d'amore con Gaio Silio (Giancarlo Prete) e aiutarlo nella scalata al potere. La scoperta della congiura scatenerà una strage. Orrida farsa sugli usi corrotti e dissoluti della Roma imperiale, che focalizza l'attenzione sulle figure del balbuziente e zoppo Claudio e della cinica e insaziabile Messalina. Lo squallore regna sovrano: battute agghiaccianti («Ma che Cassio dici?»), flatulenze e becere scenette a sfondo sessuale (il centurione Bombolo incaricato di misurare gli organi maschili). Finale incommentabile, tra teste mozzate, sangue che scorre a fiumi e un turpiloquio che vorrebbe spingere sul grottesco ma risulta solo imbarazzante. Tomas Milian, nei panni del ladro Baba, non fa altro che riproporre una variante del “Monnezza”, uscendosene con frasi del tipo «So' come Mercuzio, me so' rotto er prepuzio». Film di rara bruttezza, sceneggiato dal regista Bruno Corbucci con Mario Amendola.