Thad Beaumont (Timothy Hutton) è uno scrittore giunto al successo grazie a una serie di gialli truculenti firmati con lo pseudonimo di George Stark. Quando il protagonista decide di seppellire il suo alter ego, costui, incarnatosi in un bieco personaggio, si ribella. Tratto da un romanzo omonimo di Stephen King, La metà oscura evidenzia fin dall'inizio i numerosi guai produttivi e distributivi che ne accompagnarono lo sviluppo. Se il tema dello sdoppiamento di personalità contaminato con il sempre affascinante mistero dei gemelli è molto interessante, e la riflessione sui meccanismi della scrittura tipicamente kinghiana funziona, altrettanto non si può dire della realizzazione. Quando George Stark, da parto della mente di Beaumont, si trasforma in corporeo omicida la tensione crolla di colpo: un beone dai modi rozzi non è certo il villain intriso di significati psicanalitici che ci si aspettava. Confezione bruttina, con effetti speciali raffazzonati (tra cui l'orrenda inquadratura finale) e pochi momenti che tengono desta l'attenzione. Il confronto finale tra Thad e Stark è dignitoso finché si mantiene su livelli cerebrali, ma quando “scatta la rissa” si rischia davvero di sfociare nel ridicolo. Dilettantesco il tentativo di Hutton di conferire un'aura luciferina alla metà oscura di Beaumont.