1874, Sud degli Stati Uniti. Il bieco speculatore Lamarr (Harvey Korman) e il governatore LePetomaine (Mel Brooks) intendono distruggere la cittadina di Rock Ridge per costruire la ferrovia. In difesa del paese si ergono Bart (Cleavon Little), sceriffo nero, e il pistolero alcolizzato Jim (Gene Wilder).

Alla sua terza fatica cinematografica, Mel Brooks centra il più grande successo commerciale della sua carriera, dando vita a una delle più famose e premiate commedie della New Hollywood e, soprattutto, creando di fatto il genere cinematografico della parodia demenziale di film o generi più famosi, format che si evolverà con alterna fortuna negli anni novanta e duemila. Nonostante, con il senno di poi, il cinema di Brooks risulti spesso sguaiato e volgarotto, Mezzogiorno e mezzo di fuoco è l'opera che più di tutte ne ha fissato le coordinate e le caratteristiche: un umorismo che mescola sapientemente la gag fisica con la trovata nonsense, riuscendo il più delle volte a non scadere nelle trivialità più becere. Seppur la messinscena sia piuttosto semplice e modesta, non bisogna sottovalutare la forte carica satirica del film, che sbeffeggia con coraggio e cattiveria il western, genere conservatore e capitalista per eccellenza. Quando uscì venne fortemente osteggiato dalla critica per la sua volgarità, ma il successo di pubblico fu clamoroso. Nel 2000 l'American Film Institute lo ha inserito tra le 100 commedie americane più belle di tutti i tempi.