Mia e il leone bianco
Mia et le lion blanc
2018
Paesi
Francia, Germania, Sudafrica
Generi
Drammatico, Avventura
Durata
98 min.
Formato
Colore
Regista
Gilles de Maistre
Attori
Daniah De Villiers
Mélanie Laurent
Langley Kirkwood
Ryan Mac Lennan
Brandon Auret
Lionel Newton
Lillian Dube
Mia (Daniah De Villiers) è una quattordicenne che vive in Sudafrica insieme ai genitori, affezionatissima a un cucciolo di leone bianco di nome Charlie. Un giorno la ragazza scopre che il padre (Langley Kirkwood) vuole vendere l'animale ai cacciatori di trofei: decide così di scappare insieme a Charlie per raggiungere la riserva naturale di Timbavati.
Film per giovani e giovanissimi infarcito di buoni sentimenti e scenari esotici, Mia e il leone bianco rientra in tutto e per tutto nei passaggi narrativi e nella scansione degli eventi tipica dei prodotti di questo genere, facendo il pieno di retorica ma in maniera tutt’altro che bieca e disonesta. Racconto di un’amicizia tra un’umana e un animale selvaggio, tenera e piena di momenti toccanti, il film di De Maistre, nonostante l’aderenza piena ai suddetti canoni, riesce infatti a trovare la sua strada per stupire, umilmente e senza troppi fronzoli. Il merito è in gran parte dell’uso di un leone reale nelle scene d’interazione con gli attori in carne e ossa: un elemento assai rischioso sul piano delle dinamiche di messa in scena, ma che conferisce a quelle sequenze, e all’operazione in generale, una spontaneità non scontata. Tale rarità è amplificata senz’altro, a livello emozionale, dalla crescita reale degli attori più giovani nell’arco dei tre anni che sono serviti a completare le riprese: un tocco alla Boyhood (2014) che non cancella i limiti dell’insieme e i passaggi più forzati e stucchevoli, ma che aggiunge comunque un elemento di interesse non da poco.
Film per giovani e giovanissimi infarcito di buoni sentimenti e scenari esotici, Mia e il leone bianco rientra in tutto e per tutto nei passaggi narrativi e nella scansione degli eventi tipica dei prodotti di questo genere, facendo il pieno di retorica ma in maniera tutt’altro che bieca e disonesta. Racconto di un’amicizia tra un’umana e un animale selvaggio, tenera e piena di momenti toccanti, il film di De Maistre, nonostante l’aderenza piena ai suddetti canoni, riesce infatti a trovare la sua strada per stupire, umilmente e senza troppi fronzoli. Il merito è in gran parte dell’uso di un leone reale nelle scene d’interazione con gli attori in carne e ossa: un elemento assai rischioso sul piano delle dinamiche di messa in scena, ma che conferisce a quelle sequenze, e all’operazione in generale, una spontaneità non scontata. Tale rarità è amplificata senz’altro, a livello emozionale, dalla crescita reale degli attori più giovani nell’arco dei tre anni che sono serviti a completare le riprese: un tocco alla Boyhood (2014) che non cancella i limiti dell’insieme e i passaggi più forzati e stucchevoli, ma che aggiunge comunque un elemento di interesse non da poco.
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