Mickey occhi blu
Mickey Blue Eyes
1999
Paesi
Gran Bretagna, Usa
Generi
Commedia, Sentimentale
Durata
102 min.
Formato
Colore
Regista
Kelly Makin
Attori
Hugh Grant
James Caan
Jeanne Tripplehorn
Burt Young
Joe Viterelli
Il venditore d'asta Michael (Hugh Grant) frequenta Gina (Jeanne Tripplehorn) da soli tre mesi, ma è talmente innamorato da chiederle di sposarlo. La ragazza, nonostante ricambi il sentimento amoroso, inizialmente rifiuta perché proviene da una famiglia collegata alla malavita e non vuole che il fidanzato rimanga coinvolto negli “affari di famiglia”, ma cede di fronte alle insistenze dell'uomo e alla sua promessa di evitarli. Mantenere la parola data si rivelerà molto più complicato del previsto.
A partire dall'exploit ottenuto con Quattro matrimoni e un funerale (1994), negli anni Novanta il nome di Hugh Grant si è legato alla commedia romantica, con risultati altalenanti. Mickey occhi blu declina la storia d'amore con blandi elementi da gangster movie, richiamando la serie TV cult I Soprano (nata proprio nel 1999), virando il tutto in chiave comica. Laddove i personaggi televisivi avevano spessore e personalità, qui si ricalcano più facilmente luoghi comuni e stereotipi legati all'immaginario collettivo della mafia, pensando che basti questo a definire situazioni comiche sufficienti a strappare un sorriso. In realtà, dopo le prime scene, si comincia già ad avvertire un senso di noia che diventa sempre più netto nel corso della pellicola: tutto diventa estremamente prevedibile, sia a livello di trama, sia per quel che riguarda le gag (poco) spiritose.
A partire dall'exploit ottenuto con Quattro matrimoni e un funerale (1994), negli anni Novanta il nome di Hugh Grant si è legato alla commedia romantica, con risultati altalenanti. Mickey occhi blu declina la storia d'amore con blandi elementi da gangster movie, richiamando la serie TV cult I Soprano (nata proprio nel 1999), virando il tutto in chiave comica. Laddove i personaggi televisivi avevano spessore e personalità, qui si ricalcano più facilmente luoghi comuni e stereotipi legati all'immaginario collettivo della mafia, pensando che basti questo a definire situazioni comiche sufficienti a strappare un sorriso. In realtà, dopo le prime scene, si comincia già ad avvertire un senso di noia che diventa sempre più netto nel corso della pellicola: tutto diventa estremamente prevedibile, sia a livello di trama, sia per quel che riguarda le gag (poco) spiritose.
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