Il miglio verde
The Green Mile
1999
Sky Cinema Drama
Paese
Usa
Genere
Drammatico
Durata
189 min.
Formato
Colore
Regista
Frank Darabont
Attori
Tom Hanks
Michael Clarke Duncan
David Morse
Michael Jeter
James Cromwell
Bonnie Hunt
Sam Rockwell
Barry Pepper
Graham Greene
Patricia Clarkson
Doug Hutchinson
Jeffrey DeMunn
Harry Dean Stanton
Un lungo flashback dall'anziano Paul Edgecomb (Tom Hanks), capo delle guardie del penitenziario di Cold Mountain che sorvegliavano il braccio dei condannati a morte. Tra i suoi compiti, quello di preparare i prigionieri a percorrere il cosiddetto “miglio verde”, ovvero il tragitto che dalla cella conduce fino alla sedia elettrica o alla camera a gas. I ricordi di Edgecomb volano alll'estate del 1935, quando tra i prigionieri arrivò un enorme uomo di colore di nome John Coffey (Michael Clarke Duncan).
A tratti volutamente sopra le righe, Il miglio verde coinvolge ed emoziona, accompagnando lo spettatore in un viaggio catartico all'interno del buio morale delle carceri americane degli anni Trenta, dove la vita stessa non sembra valere più nulla. Grazie a elementi simbolici dal potere evocativo e al forte contrasto vita-morte (ben rappresentato dalla commovente sequenza del cinema dove i carcerati assistono alla visione di Cappello a cilindro, del 1935, con Fred Astaire e Ginger e Rogers), il film si trasfigura in un profondo inno all'esistenza. A innalzare ancora di più il livello qualitativo, contribuisce la perfetta aderenza ai personaggi da parte degli attori protagonisti: a un credibilissimo Tom Hanks fa da contraltare la struggente prova di Michael Clarke Duncan. Una pellicola che, pur con qualche eccesso retorico di troppo, fonde crudezza e poesia e dove ogni parola pesa come un macigno sulle nostre coscienze.
A tratti volutamente sopra le righe, Il miglio verde coinvolge ed emoziona, accompagnando lo spettatore in un viaggio catartico all'interno del buio morale delle carceri americane degli anni Trenta, dove la vita stessa non sembra valere più nulla. Grazie a elementi simbolici dal potere evocativo e al forte contrasto vita-morte (ben rappresentato dalla commovente sequenza del cinema dove i carcerati assistono alla visione di Cappello a cilindro, del 1935, con Fred Astaire e Ginger e Rogers), il film si trasfigura in un profondo inno all'esistenza. A innalzare ancora di più il livello qualitativo, contribuisce la perfetta aderenza ai personaggi da parte degli attori protagonisti: a un credibilissimo Tom Hanks fa da contraltare la struggente prova di Michael Clarke Duncan. Una pellicola che, pur con qualche eccesso retorico di troppo, fonde crudezza e poesia e dove ogni parola pesa come un macigno sulle nostre coscienze.
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